Non riesco più a rigiocare i titoli che amo e ne sto soffrendo parecchio

L'enorme quantità di giochi, la loro longevità e tutti i servizi in abbonamento, mi impediscono di rigiocare le vecchie glorie del passato.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Quando avevo 14 anni mi sembrava di aver dinanzi a me tutto il tempo del mondo, masticavo videogiochi dalla mattina alla sera e certi titoli li finivo anche 3-4 volte. Un esempio lampante sono i Mass Effect, conclusi più di quattro volte ciascuno, il tutto pur di leggere ogni dialogo e verificare ogni singola situazione con scelte diverse. Una possibilità unica dettata si dal tempo, ma anche banalmente dalle disponibilità economiche: di fatto, compravo molti meno giochi e soprattutto non c'erano servizi in abbonamento quali PlayStation Now e Xbox Game Pass.

Insomma, situazioni diverse che mi hanno portato, tredici anni dopo, in un momento in cui mi sono reso conto che non ho più tempo per rigiocare i miei titoli preferiti e ciò mi sta maledettamente facendo soffrire. Sono cambiate tante cose, ovviamente. Ora lavoro e l'indipendenza economica mi ha portato a realizzare il sogno di quel quattordicenne che stava davanti al PC e alla console tutto il giorno: acquistare videogiochi senza farmi troppi problemi. Inutile raccontarvi, quanto questo sia stato il primo vero problema, portandomi ad avere 20-30 giochi, ancora da completare o addirittura da iniziare.

Ed ecco che proprio recentemente, nelle "vacanze" natalizie, mi sono trovato a fare una scelta: rigiocare per la terza volta Fallout: New Vegas (di cui avevo una voglia matta di ributtarmici), oppure giocare più svogliatamente a un titolo che dovevo completare, nella speranza che mi ricominci ad appassionare dopo poche ore? Una scelta semplice direte voi e invece vi assicuro che nel momento in cui il backlog comincia a diventare enorme, quasi infinito, i sensi di colpa si presentano prepotentemente, spingendoti a fare scelte che non sempre vanno di pari passo con le proprie volontà.

A peggiorare la situazione è stata la mia malsana idea di acquistare tutte le piattaforme, compreso l'Oculus Quest 2 (tra l'altro, esperienza meravigliosa, ne scriverò) e di recuperare una serie di giochi ed esclusive che ancora oggi mi osservano dalle mensole su cui sono riposti, invitandomi a "giocarli" e godermeli. Tutta questa quantità mi ha portato più volte a fare un vero e proprio rush di esperienze che magari mi sarei voluto godere decisamente molto, ma molto di più. Il colpi di grazia, me lo da, come ogni anno Steam, che si presenta con quella libreria infinita di giochi, di cui la metà avviati forse una volta (maledetti saldi).

Da questo punto di vista Xbox Game Pass e tutti i servizi in abbonamento affini non hanno certamente aiutato. Mi è capitato un sacco di volte di scaricare giochi per provarli, ove alcuni mi hanno persino preso, ma portandomi lontano dal backlog. Se da una parte questo servizio è incredibile, dall'altra è un pericolo enorme per chi non è consapevole del proprio tempo e di come sfruttarlo.

In un anno come questo, dove magari mi piacerebbe rigiocare gli S.T.A.L.K.E.R in attesa del secondo capitolo, mi è praticamente impossibile. Basti vedere il mese di febbraio, praticamente ricoperto di giochi e non titoli banali, ma esperienze open world da centinaia di ore. Proprio l'anno scorso mi era capitato qualcosa di simile e per quanto bellissimo (almeno per me),  Assassin's Creed Valhalla mi ha letteralmente portato via 160 ore e ancora ho in lista Watch Dogs Legion e Greedfall.

Per questo, quando leggo delle longevità rimango sempre piuttosto perplesso. Non dico che ogni titolo debba durare necessariamente 8 ore, ma le storie troppo annacquate e i mondi di gioco troppo grandi, stanno cominciando a spaventarmi (e impedirmi di giocare o rigiocare determinati prodotti). Non per altro l'anno scorso apprezzai tantissimo Immortals Fenyx Rising, che nel suo essere semplice, è riuscito comunque nell'intento di farsi completare in circa una trentina di ore, un tempo che trovo più che accettabile e che soprattutto non sovrasta il tempo come altri videogiochi.

Perdonatemi, ho voluto sfogarmi perché prima di fare questo lavoro, sono soprattutto un videogiocatore appassionato come voi e sono certo che in molti vi stiate ritrovando in una situazione molto simile alla mia. Le esperienze online, i servizi e i giochi longevi mi hanno completamente assorbito, impendendomi di rivivere avventure che vorrei fortemente rigiocare, ma che il tempo non me lo permette. Questa è la vita, un intricato meccanismo che non si incentra solo sui videogiochi, ma anche su amici, famiglia, relazioni e passioni tr le più disparate: dallo sport ai libri, dal cinema ai viaggi.

Forse dovremmo tutti seguire il nostro cuore, sacrificare qualche titolo nel backlog e giocare solo ciò che, in quel preciso istante, ci rende felici. Oppure l'esatto opposto: decidere di proseguire con videogiochi nuovi e abbandonare l'idea di rigiocare tutti quei titoli che ci piacerebbe riprendere. Una cosa è certa, noi videogiocatori siamo cambiati ma soprattutto è cambiato il gaming e per quanto questo non sia certamente un male... forse per molti non è nemmeno un bene.