Il panorama videoludico legato alla gestione urbana sta per subire una svolta inaspettata. Iceflake Studios, una software house finlandese fino ad ora concentrata principalmente sul mercato mobile, si prepara a ereditare lo sviluppo della celebre serie Cities: Skylines, che passa di mano dopo la rottura tra il publisher Paradox Interactive e lo studio originale Colossal Order.
Una notizia che arriva in un momento particolarmente delicato per il franchise, ancora alle prese con le difficoltà legate al travagliato lancio del secondo capitolo.
L'annuncio ufficiale pubblicato sui forum di Paradox parla di una decisione presa "di comune accordo" tra le parti, motivata dalla volontà di garantire "il futuro più solido possibile" al franchise.
Tuttavia, dietro questa formulazione diplomatica si nasconde una realtà ben più complessa. Cities: Skylines 2 ha rappresentato infatti un progetto estremamente problematico sin dal suo debutto sul mercato, caratterizzato da prestazioni tecniche insoddisfacenti e dall'assenza di numerose funzionalità che i giocatori avevano imparato ad apprezzare nel primo capitolo e nelle sue molteplici espansioni.
La scelta di affidare le redini della serie a Iceflake Studios solleva più di qualche interrogativo. Sebbene Lasse Lijedahl, Studio Manager della compagnia, rivendichi "un decennio di esperienza nello sviluppo di giochi di costruzione e gestione cittadina", il curriculum dello studio appare piuttosto orientato verso produzioni mobile.
L'unico titolo di rilievo nel portfolio è Surviving the Aftermath del 2021, un city-builder survival che però non ha lasciato un segno particolarmente profondo nel settore.
Le difficoltà del secondo capitolo non si sono limitate al lancio iniziale. Il supporto post-lancio si è rivelato altrettanto travagliato, con l'espansione Bridges and Ports che ha accumulato oltre un anno di ritardo rispetto alle previsioni.
Paradox ha infine ammesso pubblicamente che il gioco era stato pubblicato prematuramente, anche se Mattias Lilja, vicepresidente esecutivo dell'azienda, aveva inizialmente sostenuto che tutti gli attori coinvolti fossero "concordi nel ritenere che l'iterazione in tempo reale fosse l'approccio corretto". Una strategia che si è rivelata fallimentare, lasciando la reputazione del titolo gravemente compromessa.
Quello che sta accadendo con Cities: Skylines rappresenta solo l'ultimo capitolo di una serie di problematiche che affliggono Paradox Interactive. Il publisher svedese ha sviluppato una vera e propria tendenza a sostituire gli studi di sviluppo dei propri progetti più problematici.
Prison Architect 2 è passato da Double Eleven allo studio brasiliano Kokku, mentre Vampire: The Masquerade - Bloodlines 2 è stato tolto dalle mani di Hardsuit Labs e affidato a The Chinese Room. Quest'ultimo è effettivamente arrivato sul mercato, raccogliendo però recensioni che oscillavano tra il tiepidamente positivo e il decisamente negativo. Prison Architect 2, invece, è stato rimandato a data da destinarsi.
Il quadro si completa con la cancellazione di Life by You, il lancio disastroso di diversi DLC, e le risposte deludenti del pubblico verso titoli come Millennia e Lamplighters League. Quest'ultimo ha portato alla separazione tra Paradox e lo studio Harebrained Schemes, in un copione che sembra ripetersi con inquietante regolarità.
Per i giocatori italiani della serie, abituati a confrontarsi con complessi sistemi di gestione del traffico e pianificazione urbana che ricordano le sfide delle nostre città storiche, l'incertezza sul futuro rappresenta una fonte di preoccupazione.
Al momento, le tre parti coinvolte stanno lavorando per garantire una "transizione fluida", mentre Iceflake Studios ha promesso di condividere i propri piani per Cities: Skylines "nel prossimo futuro". Resta da vedere se questo cambio di guardia riuscirà effettivamente a risollevare le sorti di un franchise che, nonostante il successo del primo capitolo, si trova ora ad attraversare uno dei momenti più critici della sua storia.
La sfida per il nuovo team di sviluppo sarà duplice: ripristinare la fiducia di una community delusa e dimostrare di possedere le competenze necessarie per gestire una proprietà intellettuale così importante nel panorama dei gestionali cittadini.