Perché Microsoft ha acquistato Bethesda?

Analizziamo insieme gli immediati benefici che i giocatori avranno dalla recente acquisizione di ZeniMax Media da parte di Microsoft.

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a cura di Tom's Hardware

L’annuncio dell’acquisizione del gruppo ZeniMax Media da parte di Microsoft ha smosso l’intero mercato videoludico negli scorsi mesi. Un’acquisizione incredibile e destinata a entrare di diritto fra i momenti più simbolici e importanti della storia di questo media in costante crescita. 

I motivi dietro a tanta importanza non sono solo da ritrovarsi nell’esponenziale aumento degli studi di sviluppo interni della divisione Xbox, che in seguito all’acquisizione di ZeniMax Media ammontano a un totale di ventitré, ma anche in tutta una serie di dinamiche che garantiranno enormi benefici per i giocatori nell’immediato futuro. L’unione fra Xbox, Bethesda Softworks, MachineGames, id Software, Arkane e gli altri studi della compagnia statunitense, infatti, si mostra come un accordo atto ad ampliare gli orizzonti di entrambe le compagnie, offrendo molte più risorse per garantire produzioni migliori e accessibili alla maggior parte dei giocatori.

Una maggiore accessibilità

Iniziamo proprio dall’importante punto dell’esclusività. Innanzitutto bisogna chiarire subito che la linea aziendale intrapresa da Phil Spencer nel corso degli ultimi anni, è sempre stata votata alla creazione di un ecosistema che andasse ad abbracciare il giocatore permettendogli di fruire del maggior numero di produzioni possibile, sul maggior numero di device possibile. Il concetto di console come “unica macchina da gioco” viene quindi accantonato a favore di una filosofia che identifica i diversi hardware come strumenti per accedere a un ecosistema che offra al giocatore la possibilità di scegliere dove, come e a che prezzo fruire della propria passione.

Il concetto di “esclusiva”, così come viene da sempre inteso nel panorama videoludico, assume una connotazione diversa, non vincolata al possesso di uno specifico hardware per poter fruire di un determinato prodotto, ma orientata verso la disponibilità in esclusiva di una produzione all’interno di un ecosistema più ampio. Un concetto che, anche grazie a un servizio come Xbox Game Pass Ultimate, offre, sotto certi punti di vista, una maggiore accessibilità a queste produzioni “esclusive di Microsoft”. 

Avete una macchina da gioco differente? Vi basterà sottoscrivere un abbonamento a Xbox Game Pass per poter giocare l’intero catalogo Bethesda Softworks sul vostro PC, o su un device compatibile con xCloud, potendo fruire, a un prezzo conveniente, del gioco che preferite su uno dei molteplici hardware che supportano, o supporteranno in futuro, Xbox Game Pass Ultimate.

Nonostante questo, va comunque detto che l'ecosistema Xbox si arricchirà col tempo di importanti titoli, che miglioreranno l'identità del brand con esperienze che non sarà possibile trovare su console concorrenti. Non sappiamo ancora quando arriveranno e quali saranno, ma possiamo già immaginare che eventuali nuove prossime IP di Arkane, Bethesda o Tango GameWorks possano divenire uniche per l'ecosistema costruito da Microsoft.

Nel corso degli ultimi anni Microsoft è riuscita a portarsi casa studi come Obsidian, InXile e una serie di sviluppatori importanti con esperienza GDR; con l'acquisizione di Bethesda, a conti fatti, Microsoft detiene i migliori studi occidentali per quanto riguarda la produzione di giochi di ruolo, oltre ad un know how importante per i titoli FPS e TPS, come Halo, Gears of War, Wolfenstein, Quake e soprattutto DOOM.

Collaborazione fra i team di sviluppo

Il secondo importante beneficio è tutto da ritrovarsi nella qualità delle future esperienze che verranno realizzate in seguito all’unione di Xbox e Bethesda Softworks. Dall’arrivo di Phil Spencer a capo della divisione Xbox, abbiamo potuto osservare come Microsoft abbia attuato una visione aziendale atta a lasciare totale indipendenza agli studi che producono giochi per lei. Un rischio d’impresa dato dalla volontà di lasciare spazio all’originalità e alla creatività degli sviluppatori anche quando, come nel caso dello sfortunato Scalebound, i progetti sono destinati ad arenarsi. I motivi dietro a questa linea di pensiero si possono ritrovare nelle risorse, economiche e non, che Microsoft può mettere a disposizione degli studi che collaborano con lei. Con il gruppo ZeniMax Media la situazione non differirà e le dichiarazioni del Marketing Chief Pete Hines ne sono state la conferma:

Prima di tutto lasciatemi dire che non sono previsti cambi al vertice o grosse modifiche aziendali al momento. Come abbiamo già sostenuto in passato, Bethesda Softworks, e tutti gli studi di ZeniMax Media, continueranno a lavorare con l’aggiunta di un supporto maggiore offertoci dalle risorse che Microsoft ci ha messo a disposizione. Preparatevi perché questa nuova parte del nostro viaggio è appena cominciata.

Oltre a una totale libertà creativa lasciata agli studi, e supportata dalla stessa Microsoft, viene naturale pensare ai benefici che le future produzioni di Bethesda Softworks e Xbox Game Studios otterranno dalle, ovvie, collaborazioni interne fra gli studi. Compiere voli pindarici, immaginando le competenze che Bethesda ha maturato negli anni applicate a progetti come il prossimo capitolo di Fable o collaborazioni fra 343 e id Software per nuove proprietà intellettuali, non fa che aumentare la curiosità verso il futuro tracciato da questa unione. 

Oltre alle collaborazioni in senso stretto, non si può non parlare della possibilità di condividere tecnologie importanti, come l'id Tech - uno dei motori grafici migliori al mondo - o Orion, un sistema di game streaming che aiuterà sicuramente a migliorare ulteriormente xCloud e tutto ciò che ne consegue.

Preservare il passato

Infine, non bisogna dimenticarsi della forte volontà mossa dalla divisione Xbox di preservare il videogioco, rendendo disponibili le opere del passato a cui i videogiocatori sono legati, migliorandole costantemente per renderle fruibili anche da quell’utenza abituata agli standard odierni. La possibilità di rigiocare oggi capolavori del passato con gli standard di risoluzione e framerate ai quali l’hardware corrente ci ha abituati è solo un enorme vantaggio per l’intera comunità videoludica che potrà sempre attingere ai capitoli precedenti di un franchise o a produzioni che hanno definito alcuni cambiamenti nel media, in qualsiasi momento senza bisogno di reperire un hardware dedicato. 

In conclusione è indubbio che la recente acquisizione di Microsoft mostrerà il suo vero potenziale negli anni a venire, ma sono già oggi riscontrabili i benefici che si ripercuoteranno sull’utenza finale. La strada intrapresa da Phil Spencer per la divisione Xbox è evidente, il progetto Game Pass è agli inizi della sua espansione e l’acquisizione del gruppo ZeniMax Media è “solo” un importante tassello di una politica aziendale che vuole fortemente cambiare le concezioni con le quali il panorama videoludico ha abituato la sua utenza nelle scorse decadi. La filosofia intrapresa in questi anni è coraggiosa, incentrata sui giocatori e sull’offrire prodotti di qualità alla maggior parte dell’utenza possibile; ora bisogna solo aspettare di vedere gli sviluppi futuri generati dal percorso intrapreso dalla divisione Xbox.