Sempre il solito Call of Duty, ma con qualcosa in più
Le principali critiche rivolte al gioco riguardano l'innovazione. I più acerrimi nemici di Black Ops 2 sostengono infatti che questo nono episodio della saga è troppo somigliante agli altri otto, ma bisogna ammettere che gli effetti delle numerose armi e delle granate sono ben riusciti.
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Ognuna ha le proprie caratteristiche, con una frequenza di fuoco e una varietà di gadget in grado di renderle uniche. In parole povere sono loro il cuore della campagna single player e riescono a renderla divertente.
Treyarch ha cercato di rispondere alla critica "Call of Duty è sempre lo stesso" anche in un altro modo, integrando due buone idee. La prima riguarda le decisioni che il giocatore dovrà effettuare durante i capitoli del gioco. Queste scelte, una mezza dozzina nell'arco delle sei ore necessarie per finire la campagna, si riducono generalmente a uccidere o torturare (o meno) un determinato personaggio. In base alle decisioni prese durante la storia si potrà ottenere uno dei sei finali diversi, una caratteristica che spingerà gli appassionati più motivati a rigiocarla diverse volte per vedere tutti i finali possibili.
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Tuttavia la novità più grande di questa campagna sono le missioni "Forza d'Assalto". In questo caso non dovrete combattere dall'inizio alla fine di una "mappa-corridoio", ma dirigere soldati e droni in modo strategico per raggiungere gli obbiettivi di difesa, di attacco o di protezione di una persona importante.
In qualsiasi momento si potrà prendere il controllo dell'unità desiderata e dare una mano ai compagni di squadra guidati dall'intelligenza artificiale. Inoltre il fallimento o il successo di queste operazioni avrà un impatto anche sulla fine del gioco.
Non possiamo fare a meno di premiare lo sforzo per l'originalità, anche se sinceramente queste missioni non sono proprio memorabili e per alcuni giocatori potrebbero rivelarsi perfino troppo difficili.