Oros è una delizia per gli occhi

Recensione di Far Cry Primal, la nuova avventura in soggettiva di Ubisoft che trascina i giocatori in un pericoloso e sconfinato mondo preistorico.

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a cura di Tom's Hardware

Oros è uno spettacolo

Abbiamo testato la versione PS4 di Far Cry Primal, che gira in Full HD con un frame rate fisso a 30 FPS, stabile e senza particolari rallentamenti. Secondo l'analisi di Digital Foundry anche l'edizione Xbox One si presenta con 30 FPS stabili, anche se in questo caso la risoluzione è un po' più bassa (1440 x 1080p).

Il leggero vantaggio di PS4 permette di avere texture più nitide e definite, ma Xbox One compensa con una maggiore luminosità generale delle scene. In generale entrambe le versioni sono godibili, anche se i puristi dei 60 FPS alzeranno un sopracciglio e attenderanno l'edizione PC del gioco.

Far Cry Primal  (3)

L'ambientazione, come detto qualche pagina fa, è la vera protagonista di Far Cry Primal e sotto questo aspetto il lavoro svolto da Ubisoft è encomiabile. Le lande di Oros sono un vero spasso da esplorare e ricche di scorci davvero incantevoli, con paesaggi che variano dai freddi picchi innevati a dolci vallate e lussureggianti foreste. Una delizia per gli occhi.

Ad accompagnarvi nel vostro viaggio ci penserà una "colonna sonora" fatta di ringhi, ululati e grugniti della fauna selvatica, senza dimenticare le immancabili grida delle tribù rivali. Con un sistema audio di qualità vi ritroverete a muovere la visuale in continuazione nel timore di venire attaccati alle spalle dai temibili predatori che si aggirano nelle terre di Oros.

Per evitare di girare l'inquadratura come una trottola limitatevi a guardarvi in giro quando il vostro lupacchiotto ringhia per segnalare la presenza di nemici. O, ancora meglio, andate in giro con un orso e uccidete ferocemente tutto ciò che vi si para davanti. Tranne i mammut. Ricordatevelo.

Far Cry Primal  (1)

L'accompagnamento musicale si limita invece a un sottofondo ricco di percussioni tribali. Niente Oscar per la miglior colonna sonora e niente sequenze introduttive roboanti con Paper Planes di MIA e Should I Stay or Should I Go dei Clash. Non scomodo nemmeno gli stupendi synth "anni '80" di Blood Dragon perché parlano da soli.

Peccato, perché i trailer con i brani di Fever Ray e Chelsea Wolfe sembravano promettere bene, anche se ammetto che il mio giudizio potrebbe essere influenzato dai miei gusti musicali. Ascoltate e valutate con le vostre orecchie.