Molti rivenditori di videogiochi online e offline criticano la politica di Steam, accusandola di uccidere il mercato su PC. Secondo un'analisi di MCV almeno due grossi venditori inglesi punterebbero il dito contro il monopolio di Valve, al punto di considerare l'esclusione dal mercato dei giochi che includono l'integrazione obbligatoria a Steam.
Anche chi vende copie fisiche dei giochi che prevedono il supporto obbligatorio alla piattaforma di Valve incentivano loro malgrado l'uso di Steam. Questo significa che i rivenditori farebbero una sorta di pubblicità gratuita a un servizio rivale, andando contro le proprie politiche e ambizioni economiche.
"Se offro un servizio digitale non voglio cominciare a vendere un negozio rivale fra i miei prodotti. I distributori stanno creando un mostro, noi vogliamo chiedere ai fornitori di smettere di usare Steam nei loro giochi", ha dichiarato il direttore di uno dei più grandi rivenditori di videogiochi inglese.
"Ai distributori non interessa nulla, semplicemente non si curano di quello che succede ai clienti. Che è il punto cruciale, perché Steam lo fa", le dichiarazioni di un altro rivale della piattaforma di Valve. "Io combatto duramente per i miei clienti, e l'ultimo dei miei desideri è mandarli via. Steam sta uccidendo il mercato su PC, e non c'è da meravigliarsi se i rivenditori online stanno fallendo."
Qualcuno ha detto guerra?
Ovviamente il monopolio non è mai una situazione positiva, ma se Steam è riuscita a imporsi come piattaforma dominante del mercato, qualche ragione ci deve pur essere. Sarà la qualità del servizio, l'integrazione con la community o i prezzi vantaggiosi, qualsiasi sia il motivo del successo, i rivenditori online dovrebbero prendere qualche spunto. Non si sa mai che ne possa uscire qualcosa di buono.