Stranger of Paradise: Cimenti di Bahamut, il Re dragone, un'espansione hardcore, anche troppo | Recensione

La prima espansione del Season Pass di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin darà filo da torcere ai giocatori più assidui, ma purtroppo non è per tutti.

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a cura di Marco Patrizi

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Lo scorso marzo Team Ninja e Square Enix hanno rilasciato il loro particolarissimo progetto combinato, che in sede di recensione da un lato ci aveva spiazzato per la sua trasandatezza narrativa, ma al contempo ci aveva lasciato più che soddisfatti per il suo gameplay stratificato e appagante. Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin non ha mai voluto davvero coinvolgerci tra le pieghe di una storia appassionante, quanto piuttosto tenerci incollati al joypad alle prese con i suoi combattimenti tecnici e dal livello di sfida capace di dare del filo da torcere anche ai giocatori più navigati.

La prima espansione intitolata Cimenti di Bahamut, il Re Dragone sembra seguire questa filosofia di fondo: proporre delle sfide ancora più ardue e costringere i giocatori ad affrontare le vette più alte della sua difficoltà. Un intento sicuramente stimolante per i giocatori più hardcore, ma che aliena inevitabilmente tutti gli altri.

La storia di Cimenti di Bahamut, il Re Dragone si colloca dopo la fine del gioco principale. Avevamo lasciato Jack seduto sul suo trono oscuro in attesa dell’arrivo di guerrieri della luce abbastanza potenti da riuscire a spezzare il ciclo eterno imposto sul mondo dai Lufeniani. L’espansione si apre con la battaglia tra Jack e un’incarnazione del Guerriero della Luce, che si concluderà (ovviamente) con quest’ultimo ad avere la peggio. Questo evento sembra aver risvegliato dal suo sonno il potente Bahamut, che offrirà il suo aiuto a Jack e i suoi compagni, ma a patto che dimostrino il loro valore.

Togliamoci subito il dente: non aspettatevi un’aggiunta significativa di storia. Nel corso dell’espansione si sbloccano gradualmente dei dialoghi tra i protagonisti e Bahamut, che spaziano dal fumoso passato del potente Esper al suo ruolo di supporto che si ricollega con gli eventi dell’originale Final Fantasy. Non aspettatevi neanche alcun dettaglio riguardo il Guerriero della Luce, perché rimarrete delusi.

L’espansione aggiunge il livello di difficoltà Bahamut, superiore al già impegnativo livello Caos. In questa modalità il giocatore dovrà affrontare “nuove” sfide (che in realtà non sono altro che versioni più difficili di quelle già viste nel gioco principale), a cui andranno applicati i cosiddetti Cimenti, ovvero dei modificatori di penalità che potremo auto-imporci a piacere, come aumento del danno subito, meno pozioni disponibili ecc. Più alto è il numero e il grado dei Cimenti e più alta sarà la probabilità di ottenere rari equipaggiamenti di alto rango e Tesori Draconici. Questi sono dei token che servono per proseguire nelle missioni e per potenziare ulteriormente gli equipaggiamenti.

Ad arricchire l’esperienza di gioco, e aiutare il giocatore nelle difficili missioni, giungono nuove classi sbloccate assieme a una nuova categoria di arma: le aste. Queste sono bastoni estendibili capaci di raggiungere i nemici da una distanza considerevole. La prima nuova classe allocata alle nuove armi è quella del Pellegrino, capace di usare le aste per agganciare i nemici e avvicinarli a Jack, permettendoci di controllare maggiormente gli spazi e la formazione dei nemici sul campo.

Un’altra nuova classe presente è quella dell’Illusionista, che può evocare delle creature magiche che lo assistono attivamente nei combattimenti e a cui possiamo impartire degli ordini.

Una volta che saremo riusciti a sconfiggere Bahamut, inoltre, verrà sbloccata la classe dell’Invocatore, capace appunto di chiamare sul campo di battaglia il Re dei Draghi in persona. Una volta evocato, potremo controllare direttamente Bahamut e sbaragliare i nemici con i suoi potenti attacchi, ma nel frattempo i nostri PM verranno gradualmente prosciugati e sarà importante portare a segno molti attacchi di seguito per prolungare la sua presenza.

Oltre a queste tre principali, per ciascuna classe presente nel gioco l’espansione permette di sbloccare due varianti denominate Limite e Visione. Ognuna permette un ulteriore livello di personalizzazione sulle potenzialità e lo stile di gioco delle classi, oltre a presentare un nuovo skill tree che rende possibile potenziare ulteriormente i personaggi.

Infine, alla customizzazione dei personaggi si aggiunge la possibilità di equipaggiare gli Accessori, tramite i quali possiamo aumentare alcune caratteristiche o anche rendere disponibili alcune abilità degli avversari.

Le novità strutturali di Cimenti di Bahamut, il Re Dragone sulla carta sono sicuramente succose, il problema è che - a parte le due nuove boss fight - potremo utilizzarle solo per affrontare delle versioni estremamente più difficili delle missioni già affrontate nell'avventura principale. Gli stessi dungeon vengono popolati da avversari ben più coriacei e soprattutto potenti, e vi assicuriamo che basteranno uno o due attimi di distrazione per trovarvi di fronte alla schermata di Game Over.

Ad alleviare leggermente la frustrazione è ora disponibile la modalità Extra (disponibile dalla difficoltà Caos in su), che permette a Jack di combattere con PM infiniti. Si tratta di una gradita aggiunta per fronteggiare le orde di nemici regolari, ma ha un’utilità relativa contro i boss, soprattutto considerando che per molti di essi la difficoltà è stata aumentata a livelli snervanti. Non solo per via della loro forza capace di spazzarvi via con pochi colpi e la resistenza che fa effetto damage sponge, ma anche la velocità delle loro animazioni di attacco è ridicolmente più rapida.

Oltre a migliorare il proprio gioco, l’espansione spinge in modo (in)naturale a passare ore a trovare e migliorare pezzi di equipaggiamento sempre più potenti, attraverso sessioni tanto ripetitive quanto potenzialmente frustranti, a seconda della vostra pazienza e bravura.

Quello che davvero non ci è andato giù è proprio questa costrizione ad affrontare il gioco a un livello di difficoltà così estremamente ostico. Uno degli aspetti che più avevamo apprezzato di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origins era la sua accessibilità, la possibilità di poter essere affrontato alla difficoltà che si preferiva. Questa espansione invece è indirizzata unicamente ai giocatori più abili o disposti a passare ore a perfezionarsi e a farmare esperienza ed equipaggiamenti per raggiungere il potenziale massimo del team.