Videogiochi e licenziamenti, tutto normale in un'economia devastata

Riot Games annuncia nuovi licenziamenti. Ed è l''ennesima conferma di come i videogiochi non siano altro che un'industria come tante.

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a cura di Alessandro Adinolfi

In queste ore sta tenendo molto banco la questione dei licenziamenti in Microsoft, che hanno colpito anche la parte riguardante i videogiochi del colosso di Redmond. I licenziamenti hanno colpito diversi sviluppatori, da 343 Industries fino a The Coalition, ma non dovrebbero fare notizia. O meglio, non dovrebbero riuscire a elaborare il tipo di narrazione che abbiamo visto nel corso delle ultime ore. E c'è un motivo ben preciso sul perché queste pratiche sono assolutamente normali, anche se ovviamente non dovrebbero esserlo.

Gli ultimi tre anni che abbiamo vissuto sono stati molto particolari, con eventi che finiranno sicuramente nei libri di storia. Nel 2020 è toccato al nuovo coronavirus, che ha costretto il mondo intero in lockdown, paralizzando tantissimi settori. Si è poi assistito allo shortage di microprocessori, che ha colpito praticamente tutte le industrie conosciute. Quando il peggio sembrava alle spalle, nel 2022 è cominciata una guerra in Europa, che ha paralizzato interi settori e ci ha fatto piombare, nuovamente, in un periodo di recessione e inflazione che non si vedeva dalla crisi dei mutui subprime del 2008. Tutti fattori che portano le aziende a effettuare dei tagli, che non sono sicuramente giusti e che dimostrano come l'intera economia sia oramai devastata. E il mondo dei videogiochi, purtroppo, non fa eccezione. Oltre a Microsoft, infatti, anche Riot Games ha deciso di licenziare diversi sviluppatori, e non solo.

Non vogliamo dire che sia normale licenziare le persone. Stiamo parlando di esseri umani, che dall'oggi al domani si ritrovano senza una fonte di sostentamento. Non vogliamo né dobbiamo giustificare queste pratiche. Dobbiamo solamente prendere atto che i licenziamenti non sono indicatori di uno stato di salute di una determinata società, ma rispondono in realtà a uno scenario ben più ampio, che giorno dopo giorno si conferma essere il peggiore in cui l'essere umano poteva capitare. Sviluppatori, PR, ricercatori: figure che contribuiscono al successo di una determinata azienda (non tutte, ovviamente) e che dall'oggi al domani si ritrovano senza indotto economico, a dimostrazione di quanto il modello economico adottato dai paesi occidentali non è più in grado di reggersi in totale autonomia.

Si leggerà ancora per un po' di questi licenziamenti, ma trattiamoli per come sono: segnali di come il mondo occidentale, il primo mondo, non sta più bene. E non solo come conseguenza dello sviluppo dei videogiochi, con tutti gli ostacoli che un prodotto, una feature o semplicemente un software possa incontrare sul suo cammino.

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