3 Italia non è un boccone per questa Telecom Italia

3 Italia conferma che non si sfilerà dal mercato italiano, anzi rilancerà. Il patron della holding H3G ha spiegato che nel corso dell’anno sono stati raccolti 11 miliardi di dollari di equity da investire nelle attività mondiali. Buono anche il risultato nell'asta LTE.

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a cura di Dario D'Elia

3 Italia è ufficialmente il concorrente più fastidioso per Telecom Italia, e adesso che la holding H3G ha ottenuto 11 miliardi di dollari di equity la sfida diventa ancora più interessante. Gli attriti tra i due operatori si sono manifestati più che mai durante l'asta per l'assegnazione delle frequenze LTE. 3 Italia è stata accusata di aver rilanciato sulle pregiate frequenze 800 MHz solo per far alzare la posta. 

"In Italia non c'è più posto per quattro operatori di telefonia mobile: non sono io a dirlo, ma la durissima asta sulle frequenze 4G che si è appena conclusa, una specie di arena nella quale gli operatori hanno combattuto", aveva dichiarato il presidente Telecom Franco Bernabè. "E infatti Tre Italia è rimasta a secco degli 800 Mhz la banda più pregiata sulla quale noi, Vodafone e Wind eravamo obbligati a mettere le mani. Ma andiamoci piano, razionalizzazione del mercato non significa che Telecom sia intenzionata a comprarsi Tre".

Canning Fok in planata morbida

Già, perché lo stesso giorno di queste affermazioni Bernabè aveva riferito che una fusione con l'operatore avversario avrebbe potuto generare effetti positivi per Telecom e il mercato, pur restando chiave "la valutazione e l'utilizzo del tax asset di Tre".

"Non capisco perché dovremmo vendere 3 Italia. E proprio nel momento in cui il sogno che abbiamo da dieci anni sta diventando realtà. Sin dalla nascita di 3 abbiamo investito sul business del traffico dati, mentre gli altri puntavano su voce e sms, e ora che il mercato va nella nostra direzione dovremmo passare la mano? Semmai siamo pronti a sfruttare il vantaggio", ha risposto oggi il patron Canning Fok, in un'intervista con il Corriere della Sera.

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Forse la ritirata "sembra più l'auspicio di qualcuno che la realtà". Ieri non a caso l'AD Vincenzo Novari probabilmente avrà passato infatti tutta la giornata a spiegare al capo la particolare situazione italiana dove un ex-monopolista soffre di "sindrome bipolare". A volte si comporta come vittima altre come carnefice. 

Bernabè in verità ha approfittato della vittoria nell'asta frequenze per gonfiarsi un po' il petto, ma 3 Italia sembra aver fatto bene i compiti. "Il ragionamento è semplice: più la frequenza è alta più antenne servono per portare il segnale al cliente finale. Gli 800 MHz richiedono quindi poche antenne, ma per averle le nostre concorrenti hanno sborsato oltre 1 miliardo a testa", ha spiegato Fok. "Noi ci siamo fermati a 305 milioni per quelle a 1.800 e 2.600 MHz. È vero che per avere lo stesso risultato dovremmo installare molte più antenne. Ci costerà 250-300 milioni, ma abbiamo speso 800 milioni in meno dei concorrenti. E le nostre frequenze sono immediatamente disponibili".

Per quanto riguarda invece il dibattito sulle tariffe di terminazione mobile l'alto dirigente di Hong Kong pensa che sia "pretestuosa la tesi di chi sostiene che le revisioni regolamentari attualmente in discussione possano portare a una contrazione degli investimenti". 

A suo parere l'unico risultato sarà quello di stimolare il mercato: "chi non vuole restare indietro, dovrà accelerare in innovazione tecnologica e investimenti".

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Insomma in Italia c'è spazio per la crescita a prescindere dalla crisi economica. "L'attenzione sulle tariffe è cresciuta: i clienti privilegiano tariffe più basse ma guardando a quanti dati offrono a quel prezzo. E in Italia c'è un potenziale enorme", ha ricordato Fok.

Quanto alla tesi di Bernabè secondo cui il mercato sarebbe saturo di operatori, il patron di H3G ha ricordato che anche in Austria, Svezia, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Spagna gli operatori di riferimento sono quattro. Perché quindi l'Italia dovrebbe essere diversa?

"Siamo quarti nella voce ma secondi nella trasmissione dati, con 9,1 milioni di clienti e un margine operativo che nel primo semestre è aumentato di oltre il 300% [...] Hutchison Whampoa dal punto di vista finanziario è più che pronta", ha concluso il magnate. "Negli ultimi due anni abbiamo aumentato il dividendo che in futuro resterà stabile. Inoltre nel corso dell'anno abbiamo raccolto 11 miliardi di dollari di equity da investire nelle nostre attività mondiali".

"In Europa ci sono molte conversazioni in corso tra le compagnie telefoniche. E noi vogliamo essere consolidatori".

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