Anch'io PC ricicla, insegna e crea lavoro con i vecchi PC

È in partenza Anch'io PC, un progetto che punta a recuperare vecchi computer che diventerebbero rifiuti, trasformarli in macchine funzionanti, formare nuovi tecnici e sopratutto togliere molti cittadini dall'analfabetismo informatico.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Anch'io PC è un progetto nato nel cuore dell'Emilia, con l'obiettivo di recuperare e ridare vita a vecchi PC da una parte, e dall'altra raggiungere quanti più cittadini possibili e farli uscire dall'analfabetismo informatico. Si vogliono raggiungere 9000 persone nell'arco del 2012, formandole all'uso del computer e dando loro l'occasione di sfruttare le possibilità tecnologiche della nostra epoca.

Anch'io PC è quindi un progetto ambizioso, soprattutto se si considera che conta su fondi minimi. Le due colonne portanti - il riciclo dei vecchi computer e l'alfabetizzazione informatica - sono ugualmente apprezzabili e preziose.

Anch'io PC è creativo

Il progetto è organizzato in tre fasi: raccolta dei vecchi computer, rigenerazione e formazione. La prima consiste nel ritiro di vecchie macchine presso aziende e privati a titolo gratuito. Lo abbiamo fatto anche noi di Tom's Hardware, e per l'azienda il vantaggio è molto rilevante: smaltire le vecchie apparecchiature può infatti avere un costo ingente, ma la proposta degli ideatori del progetto permette di risparmiare denaro, e allo stesso tempo ci si assicura che il vecchio server, i PC dismessi e altro non finiranno sprecati o, peggio, riciclati malamente o dismessi in maniera molto inquinante. 

I privati invece possono semplicemente portare i vecchi computer in un punto di raccolta ecologico, dove inizia il ciclo di smaltimento - molti però per pigrizia o ignoranza si limitano a gettarli tra i comuni rifiuti. Darli al progetto Anch'io PC è però un'idea migliore, senza ulteriori impegni. In questa prima fase l'obiettivo è raccogliere 170 tonnellate di apparecchiature elettroniche ogni anno, direttamente  presso le aziende o in un punti di raccolta creati ad hoc nelle piazze cittadine.

La fase di raccolta è particolarmente importante anche dal punto di vista ambientale. Una parte dei vecchi computer finisce per essere smaltita nel modo corretto, ma nella maggior parte dei casi finiscono semplicemente tra i rifiuti comuni, e diventano così prodotti altamente inquinanti, e spesso entrano in un oscuro ciclo di trasporti che si conclude in qualche paese in via di sviluppo dove persone senza alternative vivono in vere e proprie discariche tossiche, cercando di raccogliere pochi materiali vendibili. Uno scenario sul quale bisognerebbe calare il sipario quanto prima, ma a quanto pare interessa a pochi.

Anch'io PC è devoto

Un  PC riciclato inoltre significa anche un PC prodotto in meno. Un fatto che forse non piacere ai vari Apple, Asus, Acer e così via; però un vantaggio per l'ambiente, perché produrre un computer significa usare molte materie prime (estrazione e produzione inquinanti, condizioni di lavoro discutibili) e almeno 1500 litri d'acqua. Un risparmio notevole.

La seconda fase consiste nella rigenerazione dei vecchi PC tramite una tecnica nota come trashware. Si prendono i pezzi funzionanti dei vecchi PC e si usano per costruirne di nuovi e funzionanti - non certo l'ultimo modello, ma comunque macchine adatte a molte attività. Quanto al software, queste macchine conteranno su sistemi operativi e applicazioni gratuite e open source.

Questa seconda fase prevede anche la formazione di tecnici specializzati. Il corso dura 40 ore, e punta a raggiungere circa 80 persone ogni anno; inizia il prossimo 16 gennaio, e dopo le 40 ore di formazione i partecipanti potranno lavorare con un contratto a progetto per 4 settimane (rinnovabile), e completare così la propria formazione con l'esperienza pratica. Ci si può iscrivere partendo da questa pagina.

Anch'io PC è ecocompatibile

I computer creati saranno usati nella terza fase, durante la quale i rappresentanti del progetto terranno 600 cicli di cinque incontri in molti piccoli paesi, solo in Emilia per ora. Le amministrazioni comunali metteranno a disposizione i luoghi, dove i cittadini potranno formarsi all'uso del PC per tre ore settimanali (cinque settimane).

Perché non è giusto che ci siano persone che si sentono "tagliate fuori" quando devono accendere un computer, che non sanno (e sono intimorite da) collegarsi a Internet per leggere un giornale, comprare un biglietto aereo o visitare il sito del proprio municipio. Perché anche in Italia è ancora forte l'odioso digital divide che mette all'angolo tante persone che guardano con sospetto a dispositivi che per altri sono pane quotidiano. Perché i computer non possono e non devono diventare l'arma di una nuova elite, ma uno strumento che renda tutta la società più forte, perché fatta di persone con più risorse e più strumenti per comunicare con gli altri.

Alla fine di ogni corso i partecipanti riceveranno in regalo i computer rigenerati, e il ciclo ricomincerà.

Il progetto Anch'io PC è quindi ricco di vantaggi. Riduce i pericolosi rifiuti elettronici, forma tecnici dando loro un possibile sbocco lavorativo e aiuta tanti cittadini a uscire dal digital divide. Per ora solo in Emilia Romagna, dove ha ottenuto il patrocinio di Coldiretti, Legambiente e WWF. Speriamo tanto che questa iniziativa avrà il successo che merita, e che si diffonda in altri luoghi del nostro paese a macchia d'olio. Anche voi potete dare una mano, regalando al progetto i vostri vecchi dispositivi, ma soprattutto diffondendo come potete le informazioni sul progetto, a partire da questo articolo.

Anch'io PC ha un sito web, una pagina Facebook, un canale YouTube e un account Flickr.