Basta un Mi Piace su Facebook per finire nudi online

L'Università di Cambridge in collaborazione con Microsoft ha realizzato un sistema di data mining che può tracciare profili personali precisi a partire da dati pubblicamente accessibili.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Mettere "mi piace" su Facebook è sufficiente per esporsi a una pericolosa violazione della privacy. È quanto si deduce da una ricerca svolta presso l'Università di Cambridge in collaborazione con Microsoft Research, dov'è stato realizzato un sistema relativamente semplice capace di tracciare il profilo di un individuo basandosi solo sui dati pubblicamente accessibili del famoso social network.

"Siamo rimasti del tutto sorpresi dalla precisione delle previsioni", ha commentato Michal Kosinski, che dirige la ricerca e ne ha curato la pubblicazione sulla rivista Pnas. Il sistema ha analizzato i profili di 58.000 volontari, unendo le preferenze espresse (il famoso "like") insieme ad altre informazioni.

Usando tali informazioni il sistema è riuscito a indovinare se la persona fosse un bianco o un nero (precisione del 95%), maschio o femmina (90%), omosessuale o etero, democratico o repubblicano. È persino riuscito a capire se il soggetto facesse uso di droghe o avesse genitori divorziati, sebbene con una precisione minore – ma comunque superiore all'ottanta percento.

O ancora ha potuto definire alcuni tratti della personalità o dell'intelligenza, sempre basandosi sui "Mi Piace", con risultati simili a quelli che si ottengono con test specifici. Vale la pena notare poi che solo pochi degli utenti presi in considerazione avevano cliccato su un "Mi Piace" rivelatore, come per esempio il sostegno ai matrimoni gay.

È abbastanza chiaro che ci sono ragioni per preoccuparsi, perché anche chi limita l'accesso al proprio profilo pubblico è esposto a questo tipo di analisi; gli elementi usati dal sistema di Kosinski infatti sono sempre pubblici, qualsiasi siano le impostazioni di privacy scelte. Il primo pensiero è che questo tipo d'informazione diventi (ancora di più) merce per le reti pubblicitarie (L'utente Web è solo merce e la privacy il suo prezzo), ma non è l'unica cosa di cui preoccuparsi.

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Secondo il ricercatore però ci sono anche delle possibili implicazioni positive: Facebook potrebbe diventare una sorta di "cassaforte digitale" per i dati personali, e noi potremmo decidere di renderli accessibili secondo le nostre preferenze e scopi – ad esempio per personalizzare un'auto intelligente o per gestire la carriera lavorativa.

Questo studio è certo un grande esempio di come le piccole cose che facciamo online dicano moltissimo di noi: la questione è sempre esistita, ma da quando Facebook ha introdotto il Search Graph l'accesso e l'analisi di queste informazioni è diventato ancora più semplice da parte di chiunque. Quanto alla ricerca, ognuno può fare un test semplificato su sé stesso tramite questa semplice applicazione web.

Aggiornamento: Facebook ha inviato il comunicato che segue. "La possibilità di predire caratteristiche personali sulla base di informazioni accessibili al pubblico - come ad esempio i codici di avviamento postale, la scelta della professione, o anche la musica preferita - è stata esplorata in passato e non stupisce più di tanto. Non importa come vengano veicolate le informazioni - adesivi, bandiere alle finestre, loghi sui vestiti, o altri dati disponibili online - è già stato dimostrato che i sociologi possono trarre conclusioni sulle caratteristiche personali sulla base di queste informazioni".