Cassazione: possibile il cancro al cervello per il cellulare

La Corte di Cassazione conferma la condanna contro l'INAIL, che sarà costretta a risarcire il manager bresciano Innocente Marcolini. L'uomo aveva un cancro benigno al cervello e secondo la sua tesi è stata colpa delle onde elettromagnetiche di cellulari e cordless.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Corte di Cassazione ha dato ragione a Innocente Marcolini, manager che aveva chiesto pensione d'invalidità pari all'80%, sostenendo che l'uso di telefoni senza fili (cellulari e DECT) per diverse ore al giorno era una concausa del cancro benigno (ganglio di Gasser) che lo aveva colpito - l'invalidità è invece una conseguenza dell'operazione.

Marcolini aveva già vinto in precedenza, ma l'INAIL prevedibilmente non si è arresa e ha portato la questione in Cassazione. I giudici però hanno confermato la decisione dei loro colleghi, e l'Istituto Nazionale per le Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro dovrà pagare quanto richiesto, a meno di un probabile ricorso ai giudici europei.

Marcolini, oggi sessantenne, per lavoro parlava al telefono fino a sei ore al giorno e usava l'auricolare solo in auto. In tribunale oltre alla propria esperienza ha portato alcuni studi e l'opinione di diversi esperti, che hanno convinto i giudici di come la sua attività sia stata almeno concausa dell'insorgere di un tumore benigno che ha richiesto un intervento chirurgico per la rimozione.

Anche l'INAIL aveva presentato studi che avrebbero dovuto dimostrare l'innocuità dei cellulari, ma i giudici della Corte d'Appello li avevano trovati troppo vecchi e inaffidabili, perché finanziati dagli stessi produttori di cellulari. Più che per il denaro Marcolini si dice soddisfatto perché "volevo solo che venisse riconosciuto il legame che c'era tra la mia malattia e l'uso del cellulare e del cordless. Volevo che questo problema diventasse di dominio pubblico perché molte persone non sanno ancora il rischio che corrono parlando a lungo al cellulare senza utilizzare l'auricolare, oppure tenendolo infilato nella tasca dei pantaloni", ha raccontato a Wilma Petenzi del Corriere della Sera, la quale approfondisce intervistando anche Angelo Gino Levis, oncologo e ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova.

Oggi Marcolini è determinato a portare avanti il suo lavoro per diffondere consapevolezza e arginare i danni causati dagli onnipresenti cellulari. L'ex dirigente si dedica allo sport dilettantistico per i più giovani, e s'interroga sui possibili danni che può subire chi si allena in prossimità della antenne.

Questo precedente legale potrebbe portare ad altre denunce, e forse un giorno un giudice condannerà Apple, Nokia, Samsung o un'altra azienda a pagare i danni, così come accadde anni fa ai produttori di sigarette. Le leggi cambieranno, e ci troveremo smartphone con scritto sopra "nuoce gravemente alla salute"?

Difficile dirlo e a differenza del tabacco, con il cellulare non tutti possono decidere di smettere perché ormai sono entrati profondamente nel nostro quotidiano, ma allo stesso modo si rischia l'esclusione sociale toccata in sorte ai fumatori. Siete pronti a uscire dai locali pubblici per fare una telefonata, rispondere a un SMS o leggere la posta? Si prevedono scontri accesi tra fumatori e possessori di smartphone per il posto più vicino alla porta del bar.