Cena spaziale a casa: poche mosse e successo garantito

Cena spaziale preparata da uno chef e consegnata a casa: un'idea divertente per fare una sorpresa ad un appassionato di Spazio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Una cena spaziale per fare "un'esperienza da astronauti nella vostra cucina". Un'idea originale di cui vi abbiamo parlato ieri nel divertente video in diretta su Facebook che molti hanno seguito, e che come ha anticipato Andrea Ferrario, mi ha portato ad essere la volonterosa cavia di turno.IMG 20160706 191130

Perché sono proprio io la fortunata, che ho una voracità dilettantesca rispetto a molti colleghi qui in redazione? Potrei dire che per tanti aspetti sono meno schizzinosa e più portata alle novità, ma la realtà è che sono l'appassionata di Spazio del gruppo, quindi nessuno più di me avrebbe potuto apprezzare l'iniziativa.

Prima di raccontarvi com'è andata vale la pena rivelarvi il retroscena: i venticinquenni Tommaso Cremonini e Carlo Danna, e il 24enne Giulio Mosca hanno inaugurato a Torino la startup Fanceat, che garantisce la "consegna del gusto italiano in tutte le cucine". Mediante la collaborazione di chef e ristoranti di successo, chiunque può scegliere online un menù e farselo consegnare a casa. Ce n'è per tutti i gusti, ed è chiaro sfogliando il sito che la proposta più che un'alternativa ai servizi "normali" di consegna a domicilio è un'idea per un'occasione speciale.

Oltre ai menù della cucina tradizionale (che costituiscono il 90% dell'offerta) c'è anche "la cena spaziale", un'idea spiritosa per una sorpresa a un appassionato di Spazio. Quello che mi sono chiesta non appena ne ho sentito parlare è quanto fosse fondata questa definizione.

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I cibi imbustati sottovuoto possono ricordare quelli con cui abbiamo visto armeggiare gli astronauti sulla ISS, ma in realtà in questo caso sono un modo consono al trasporto al domicilio, che peraltro è proprio di tutti i menù di Fanceat. L'unica busta spaziale vera è quella della prima portata, il sorgo con manzo, e la si riconosce subito sia per il materiale di cui è fatta sia per le etichette, che riportano ad Argotec, l'azienda italiana che di fatto prepara i cibi per gli astronauti nostrani in missione sulla ISS, e di cui vi abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Tutti gli altri piatti sono una rielaborazione dello chef Cesare Grandi del ristorante La Limonaia, a cui Argotec non ha preso parte né per la fornitura di ingredienti, né per la preparazione e il confezionamento.

Sia chiaro quindi che quella che ho fatto ieri sera – e che proporrete anche voi se deciderete di fare un regalo originale a un appassionato - non è una vera e propria cena spaziale. Anche perché in condizioni di microgravità gli astronauti non possono certo "impiattare" briciole di pane, granella di nocciola, yogurt e altri ingredienti che fanno parte della seconda portata e del dessert.

Per la mia esperienza di ieri sera posso dirvi proprio che la maggiore difficoltà che ho incontrato è l'impiattamento – quindi se non siete chef provetti non preoccupatevi: mangerete comunque, al limite come nel mio caso non metterete in tavola piatti particolarmente belli.

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La prima portata (Forme di vita su pianeta sconosciuto) era la più banale da "cucinare" e anche la più buona. Per la preparazione sono bastati un paio di minuti di microonde. Gli astronauti la mangiano direttamente dalla busta, io ho potuto disporla nel piatto con i germogli.

Il profumo ha invaso la cucina e stimolato l'appetito, e più di tutto mi ha stupito la consistenza e il sapore di tutti gli ingredienti una volta scaldati. Si poteva distinguere chiaramente il sorgo dal manzo, dai pomodorini essiccati (che davano una nota dolce al piatto) e il limone. Mia figlia di cinque anni ha sbafato una mezza porzione leccandosi i baffi, e io con lei. Chi non ama abbuffarsi può far bastare il menu per due persone.

Il secondo piatto mi ha messo in difficoltà con l'impiattamento e con il gusto. Dopo aver versato le briciole di pane e la granella di nocciola ci si rende conto che la dose è decisamente abbondante, per fortuna ci ha pensato mia figlia a ridurla sgranocchiando l'eccesso mentre cuocevo l'uovo e scaldavo la crema! È chiaro che un astronauta sulla ISS non si potrebbe permettere di versare questi ingredienti su un piatto, ma ripetiamo, questo piatto è una rivisitazione che non ha nulla a che vedere con ciò che mangia davvero un astronauta.

Cuocere l'uovo è facile e scaldare la crema anche: come sopra, non serve nessuna abilità per la preparazione, basta seguire pedissequamente le istruzioni. Il guaio viene al momento di disporre la "pellicola di verdure essiccate", che nel mio caso era topinambur: anche se avessi investito tutta la notte non sarei comunque riuscita a creare una rosa come quella del piatto in foto! Come la volpe e l'uva, ho concluso che l'importante è la sostanza, però così il nome del piatto ("Alla ricerca del nucleo") ha perso un po' di significato.

Se devo essere sincera il mio entusiasmo è un po' sceso dopo l'assaggio: chiedo venia ai veneti, ma il baccalà non è il mio ingrediente preferito. In questo caso poi ho trovato la crema di baccalà davvero troppo salata per il mio gusto, e il mix con gli altri ingredienti non è stato sufficiente per ammorbidire questa sensazione. Un distacco notevole dalla prima portata, che viene preparata senza sale come tutti i pasti destinati agli astronauti.

Del resto è facile capire che gli ingredienti usati non provengono dalle forniture per la ISS: solo la granella e il pane erano sottovuoto, le creme erano semplicemente imbustate per agevolare il trasporto e le uova erano conservate in barattoli di plastica e avvolte in carta cucina.

Per fortuna avevo preparato due piatti, e il secondo (che ho lasciato senza crema) era decisamente più buono; peccato se lo sia sbafato mia figlia!

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Dulcis in fundo il dessert, "Atterraggio di emergenza". Guardando la foto del piatto preparato dallo chef si capisce che Cesare Grandi è stato ispirato dall'aspetto estetico: la granella di cioccolato sembra terreno, la sfera di zucchero una navicella spaziale. Nel  piatto che ho realizzato io è un po' difficile vederci la stessa scena, a conferma del fatto che impiattare non è il mio mestiere!

Nel complesso però era un buon dolce, detto anche da una a cui il cioccolato non piace molto. Il mix fra cioccolato, yogurt, zucchero e frutta era molto piacevole e in effetti ci siamo leccate i baffi.

Per concludere, questa proposta è un'idea originale per un'esperienza diversa o una sorpresa. A questo punto mi piacerebbe assaggiare quello che mangiano davvero gli astronauti, soprattutto il Tiramisù e le lasagne preparati per Luca Parmitano. Ci aggiorniamo nei prossimi giorni perché stanno arrivando!