Com'è fatto Gaia

Oggi prende il via la missione Gaia dell'ESA, un satellite con a bordo fotocamere con un sensore da quasi un miliardo di pixel per fotografare la Via Lattea con una precisione senza precedenti.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Com'è fatto Gaia

Gaia si compone di due parti principali: il modulo payload, che contiene i telescopi e la relativa elettronica, e il modulo di servizio, con tutti gli elementi meccanici, strutturali, elettrici e termici che supportano gli strumenti. In questa seconda parte alloggiano anche il sistema di micro propulsione, i pannelli solari, la protezione termica, le funzioni di supporto per veicoli spaziali di puntamento, i sistemi di controllo della potenza elettrica, della gestione centralizzata dei dati e delle comunicazioni radio con la Terra. Sempre dentro al modulo di servizio ci sono poi l'unità di elaborazione video e la memoria di archiviazione dati.

Gaia è fondamentalmente un telescopio spaziale. Per essere precisi ha a bordo due telescopi spaziali, che sfruttano dieci specchi di diverse forme e dimensioni per raccogliere, mettere a fuoco e indirizzare la luce negli strumenti scientifici. Ciascun telescopio è dotato di un grande specchio primario con una superficie di raccolta di circa 0,7 m ^ 2, con una forma rettangolare per sfruttare nel modo più efficiente lo spazio limitato all'interno del modulo.

Anche se le dimensioni sono piccole rispetto a quelle di alcuni rinomati telescopi di Terra, ricordiamo che Gaia gode del vantaggio di effettuare le osservazioni direttamente dallo Spazio, dove non ci sono elementi atmosferici che offuscano le immagini.

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Il telescopio ha un diametro di 3,5 metri - escluso il parasole che arriva a 10 metri. Tre specchi curvi e tre specchi piani riflettono la luce per un percorso totale di 35 metri prima di raggiungere gli strumenti di analisi (di cui parliamo diffusamente nella prossima pagina).

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Ciascuno dei tre strumenti scientifici di Gaia sfrutta un insieme di rivelatori digitali (CCD) che registrano la luce delle stelle che li colpisce e che lo rendono di fatto la più grande macchina fotografica digitale mai costruita. Sono impiegati infatti 106 CCD (il dispositivo ad accoppiamento di carica) con circa un miliardo di pixel su una superficie di 2,8 metri quadrati.