Curiosity trova strani minerali su Marte

Il rover Curiosity ha rilevato la presenza di tridimite in un campione di rocce. Un minerale inaspettato che potrebbe essere segno di un'attività vulcanica molto più violenta di quanto si pensasse durante la sua prima fase evolutiva.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Mentre l'attenzione del grande pubblico sta per coalizzarsi su Giove e la missione Juno della NASA, il rover Curiosity continua la sua importantissima missione di esplorazione su Marte, il Pianeta su cui l'uomo sogna di atterrare fra una quindicina d'anni circa.  In particolare negli ultimi giorni ci sono due notizie molto interessanti.

In primo luogo grazie a Curiosity gli scienziati hanno scoperto un minerale inaspettato in un campione di roccia del cratere Gale. In secondo luogo c'è la conferma che il rover andrà alla ricerca di acqua per verificare le teorie sugli affioramenti stagionali.

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Buckskin

Partiamo con il minerale. A luglio 2015 nel Sol 1060 il rover raccolse campioni di polvere dopo avere perforato una roccia sedimentaria situata nella posizione nota con il nome "Buckskin". Analizzando i campioni con CheMin (Chemistry & Mineralogy), lo strumento di diffrazione dei raggi X presente nel suo laboratorio mobile, gli scienziati hanno rilevato quantità significative di un minerale di silice chiamato tridimite.

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Una sorpresa per gli scienziati, perché la tridimite è generalmente associata al vulcanismo silicico, che è un fenomeno noto sulla Terra, ma si pensava fosse presente su Marte. In sostanza questo minerale sulla Terra è il risultato della sublimazione di alcune rocce vulcaniche recenti a temperature comprese tra gli 870 gradi e i 1470 gradi C.

Per questo motivo la scoperta potrebbe indurre gli scienziati a rivedere il passato vulcanico di Marte, prendendo in considerazione l'ipotesi che sul Pianeta Rosso fossero presenti un tempo dei vulcani che hanno condotto alla presenza del minerale.

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Gli scienziati che si sono occupati dello studio lavorano presso la divisione Astromaterials Research and Exploration Science (ARES) al Johnson Space Center della NASA e il documento con le loro conclusioni riporta che "sulla Terra la tridimite si forma a temperature elevate in un processo chiamato vulcanismo silicico. Esempi di tali vulcani sono il Mount St. Helens, il vulcano attivo nello stato di Washington, e il vulcano Satsuma-Iwojima in Giappone".

Gli autori hanno esaminato i reperti terrestri per verificare se sia possibile la formazione di tridimite a basse temperature e mediante processi geologici che non implicano il vulcanismo silicico, ma non hanno trovato riscontri.

Doug Ming, chief scientist di ARES e co-autore del documento, ricorda che dice "sempre ai colleghi scienziati planetari di aspettarsi l'inaspettato su Marte", e "la scoperta della tridimite era completamente inaspettata. Ora ci si chiede se su Marte durante la sua prima fase evolutiva ci sia stata un'attività vulcanica molto più violenta di quanto si pensasse".

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Mentre gli scienziati elaborano tutte le possibili ipotesi, Curiosity andrà alla ricerca di acqua. La NASA ha annunciato tempo fa la presenza di acqua liquida su Marte, quindi l'obiettivo di Curiosity non è fare una scoperta inedita, ma andare a "dare un'occhiata da vicino" per avere delle conferme.

Se ricordate, l'annuncio fu dovuto all'esame delle RSL (Recurring Slope Lineae) fotografate dal Mars Reconnaissance Orbiter. Sono sostanzialmente striature che appaiono periodicamente sulle pendici di alcune montagne, e che secondo gli scienziati sono ruscelli in cui scorre acqua salata, che periodicamente riaffiora in superficie.  

Curiosity andrà a guardare da vicino le striature intorno al cratere Gale nella speranza di trovare l'acqua. Il primo obiettivo sarà di fotografare queste formazioni da vicino con la fotocamera montata sul braccio robotico per accertare la presenza di acqua. In caso ci fosse dovrà poi raccogliere dei campioni. Il tutto dovrebbe avvenire nell'arco di un anno per avere risposte certe e progettare eventualmente una missione ad hoc alla ricerca di segni di vita.