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a cura di Alessandro Crea

Diego Piacentini, chiamato nel 2016 dal Governo Renzi per guidare il team di esperti per la trasformazione digitale, ha annunciato con un tweet di aver esaurito il mandato, che non rinnoverà, preferendo invece ricongiungersi alla sua famiglia a Seattle. Come ricorderete, prima di accettare la chiamata del Governo, Piacentini era vice presidente Amazon, incarico da cui si era preso un periodo di pausa mettendosi in aspettativa.

L'attuale Governo aveva proposto a Piacentini di rimanere un anno ancora alla guida dei 29 esperti, ma il manager ha declinato, avviando di fatto il suo periodo di prorogatio, in cui gestire ad interim il team per altri 45 giorni in attesa della nomina del sostituto.

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Piacentini nei suoi tweet si è poi detto "soddisfatto del lavoro di questi 24 mesi e orgoglioso dei risultati ottenuti" ed effettivamente nei 24 mesi della sua guida il Team ha raggiunto risultati importanti. Ad esempio il contributo dato all'evoluzione e al consolidamento come sistema infrastrutturale chiave per il Paese dello SPID, il Sistema Pubblico per l'Identità Digitale, o ancora l'evoluzione del servizio PagoPA con possibilità di accesso ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni, ma di esempi ce ne sarebbero tanti, basta dare un'occhiata al sito ufficiale del Team Digitale.

Il lavoro comunque è stato duro e non esente da difficoltà, come raccontato oggi dallo stesso manager in un'intervista a Quotidiano.net, in cui ha accennato all'eccesso di burocrazia e immobilismo dirigenziale.

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Ostacoli che non hanno scoraggiato lui e il suo team di esperti, che ha continuato ad ispirarsi a Paesi come Regno Unito, USA, Scandinavia, Estonia e Danimarca. L'obiettivo? Mettere in cantiere nuovi progetti che consentirebbero, secondo alcune stime anche piuttosto conservative a detta dello stesso Piacentini di risparmiare lo 0,4 % del PIL all'anno, pari a 6,4 miliardi di euro, per la sola Pubblica Amministrazione, senza contare l'intero sistema Paese.

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Un compito difficile attende ora l'erede di Piacentini, che dovrà continuare a lavorare per colmare il gap coi Paesi citati, che però hanno iniziato questo percorso anche 10 anni prima di noi.