Elon Musk, 4 tappe per colonizzare Marte

La corsa alla colonizzazione marziana si fa sempre più concreta. Ecco maggiori dettagli sul piano di Elon Musk, e alcune delle potenziali alternative.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Droidi minatori per la produzione di carburante, basi spaziali, e molto altro: durante l'ultima sessione di Ask Me Anything di Reddit Elon Musk ha aggiunto moltissimi dettagli a quanto già noto sul suo piano per la colonizzazione di Marte.

La sua visione ovviamente non è l'unica sulle tecnologie da impiegare per lo sbarco sul Pianeta Rosso. Facciamo il punto con le soluzioni che sono allo studio, partendo dalle dichiarazioni del numero uno di SpaceX.

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Razzi: SpaceX, Boeing e Blue Origin

Le domande hanno indirizzato Musk a tornare sull'Interplanetary Transport System e sul Raptor Interplanetary Transport Engine. Il sistema a sua detta è progettato per un'accelerazione massima di 20 G; di norma starebbe attorno a un valore nominale di circa 5 G, ma sarebbe in grado di raggiungere picchi 2 o 3 volte superiori, senza rottura.

Uno dei fattori chiave della progettazione è una nuova lega di metallo estremamente resistente all'ossidazione e che nei test non ha mostrato finora segni di erosione, anche se "c'è ancora spazio per l'ottimizzazione". Quanto alla navicella per il trasporto passeggeri, si parla di un modulo configurabile capace di adattarsi al numero di persone da trasportare, che all'inizio dovrebbe prevedere posto per una dozzina di persone.

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È bene ricordare che non è scontato che lo sbarco dell'uomo su Marte sarà effettuato con i razzi Falcon e l'Interplanetary Transport System, o come si chiamerà il modulo di trasporto passeggeri di Musk.

La principale concorrente di questo progetto di SpaceX è Boeing, storica contraente NASA che è impegnata nel progetto e sviluppo dello Space Launch System (SLS), con i finanziamenti dell'Agenzia Spaziale statunitense. In questo caso la capsula in cui alloggerebbero gli astronauti si chiama Orion e ha già effettuato un primo test in orbita.

C'è poi un terzo concorrente, Blue Origin di Jeff Bezos, che di recente ha annunciato New Glenn, un razzo riutilizzabile da 95 metri, con due o tre stadi, capace di portare satelliti ed equipaggi umani nello Spazio. Bezos ha promesso che i lanci partiranno "entro il decennio", e non è da escludere che cercherà di essere della partita quando si arriverà a definire chi porterà l'uomo su Marte.

Rifornimento di carburante

Qualcuno ricorderà che uno di punti chiave del piano di Musk per la colonizzazione marziana è di istituire viaggi di andata e ritorno pressoché continui. Questo presuppone che si possa fare rifornimento su Marte, o lungo il percorso. Dato che la questione non era ancora stata chiarita in dettaglio, molte domande dell'AMA vertevano proprio su questo. Il risultato non è stato un maggior numero di informazioni, perché Musk si è limitato a rispondere che SpaceX è ancora nelle prime fasi di indagine. Quello che intende fare SpaceX è inviare delle missioni esplorative per capire come atterrare su Marte con successo, quindi in un secondo momento per individuare il modo migliore per ottenere la Reazione di Sabatier. A questo punto si parla di ulteriori missioni con la nave spaziale Heart of Gold, che avrà a bordo le attrezzature necessarie per avviare la costruzione di un impianto di produzione del carburante, da completare poi con una missione con equipaggio.

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La Reazione di Sabatier non è una novità nell'ambito aerospaziale: la NASA la sta studiando da tempo per produrre acqua dal diossido di carbonio derivante dalla respirazione degli astronauti sulla ISS, e il progetto Mars Direct proposto nel 1990 prevedeva l'invio su Marte di una fornitura di idrogeno, un impianto di produzione chimico e un piccolo reattore nucleare, per produrre ossigeno e metano necessari agli astronauti per il viaggio di ritorno. L'idea fu di Robert Zubrin e David Baker.

Fra i progetti che testano la produzione di ossigeno su Marte ricordiamo MOXIE della NASA,  capace di estrarre biossido di carbonio dall'atmosfera di Marte, e altre soluzioni simili. Fra le altre soluzioni alternative, c'è un brevetto italiano che coinvolge le microalghe.

In sostanza, di opzioni potenziali per la produzione di ossigeno ce ne sono moltissime, di cui più di una già in fase di sperimentazione.

Abitare su Marte

Comprensibilmente una delle maggiori preoccupazioni è come potremmo vivere su Marte una volta sbarcati lì, per questo Musk è stato bombardato su Reddit di domande relative agli habitat. La sua "ricetta" è di vivere in cupole geodetiche in superficie costituite da lastre di vetro e telaio in fibra di carbonio. Il tocco innovativo è l'idea di usare eserciti di droidi per costruire ambienti sotterranei pressurizzati in cui si svolgeranno le attività industriali su Marte.

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Se da una parte la curiosità è giustificata, dall'altra le potenziali soluzioni non mancano, anzi, abbondano. A partire dal progetto italiano dell'Università di Cagliari che prevede sia la costruzione di habitat sia la produzione di ossigeno.  

Per non parlare dell'agenzia spaziale giapponese che intende progettare macchine capaci di costruire habitat sia sulla Luna sia su Marte, e della NASA che ha commissionato diversi progetti, fra cui alcuni anche con la stampa 3D.

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Il piano di Musk in 4 punti

Riepilogando, ecco i quattro punti principali del piano di Elon Musk per la colonizzazione marziana:

  1. Invio di missioni con la navicella Dragon per capire come fare atterraggi di successo e come ottenere acqua.
  2. Invio di missioni con le attrezzature per costruire l'impianto di produzione del propellente.
  3. Invio della prima missione umana con le attrezzature per il completamento dell'impianto di propellente.
  4. Raddoppio dei voli per ciascun appuntamento orbitale Terra-Marte, che avviene ogni 26 mesi.