Girl Geek Life compie 5 anni: auguri alle donne hi-tech

Il blog Girl Geek Life compie cinque anni, spesi per ridurre il divario digitale di genere.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Cinque anni fa nasceva Girl Geek Life, "un magazine che parla di tecnologia, gadget, internet e tutto ciò che appassiona le girl geek italiane". Ci sembra l'occasione giusta per fare gli auguri alle colleghe di una testata che ha saputo trovarsi una propria identità; qualcosa che non è una semplice questione di genere, ma si fonda su una specifica visione, determinate scelte editoriali e stilistiche. Il blog "si prefigge lo scopo di esprimere il punto di vista delle geek italiane sulla tecnologia in tutte le sue forme", e ci riesce appieno secondo noi.

Girl Geek Life nasce "da un'idea di Sara Maternini, Luigina Foggetti e Sara Rosso, che organizzavano già le cene delle ragazze appassionate di tecnologia, Girl Geek Dinner, a Milano", racconta S. Motegiove sul magazine, "per poter parlare di nuove tecnologie alle donne in modo semplice e accattivante come non si faceva ancora con l'obiettivo di ridurre il divario digitale di genere."

Oggi Girl Geek Life conta quasi 50 collaboratrici, che si occupano di tecnologia dai punti di vista più svariati. Le cose nel tempo sono cambiate, migliorando come il vino più apprezzato, ma "non è cambiato l'obiettivo", continua il post celebrativo. Vale a dire "aiutare le meno tecnologiche ad appassionarsi a ciò che può migliorare la vita di mamme, imprenditrici, studentesse, donne. Tutte le donne, nessuna esclusa".

Cinque anni di Girl Geek Life significano tuttavia anche cinque anni di storia recente, che in ambito tecnologico significano moltissimi eventi da inanellare uno dopo l'altro. Il blog cinquenne pubblica un'infografica a riguardo piuttosto interessante, di cui riportiamo una parte. Tanti auguri a tutte quindi, per la ricorrenza di oggi e soprattutto per il futuro. Il mondo hi-tech è ancora un territorio a maggioranza maschile, e non possiamo che accogliere a braccia aperte iniziative come questa. Perché è vero che esiste un "divario digitale di genere", e allora è giusto cercare di superarlo.