Google è maggiorenne, ricordate quando gattonava?

18 anni fa esordiva Google, il motore di ricerca destinato a cambiare per sempre il Web. Ma com'era la nostra vita prima e quale è stato l'impatto di BigG sulle nostre vite? In redazione abbiamo voluto fare un'omaggio a Google raccogliendo i nostri ricordi dell'epoca.

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a cura di Pino Bruno

C'erano una volta Lycos, WebCrawler, AltaVista, Yahoo, eccetera e - in Italia - Virgilio. Poi, diciott'anni fa, è arrivato Google e ha sparigliato tutto. Sopravvivono Yahoo, Bing e poca altra roba, ma annaspano o restano comunque marginali. Google la fa da padrone, regna incontrastato. In soli diciotto anni si è reso quasi indispensabile. Ci sta portando verso una mutazione antropologica ed è diventato una protesi che impigrisce la nostra memoria, risponde ai nostri dubbi, placa le nostre incertezze.

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Non ricordo come si chiama il regista Burton o l'ex presidente Clinton? Chi ha vinto le elezioni nel 1945? Cos'erano la Democrazia Cristiana e il PCI? Google c'è sempre, in tasca, nell'auricolare, sul desktop. È, allo stesso tempo, la nostra coperta di Linus e il Pifferaio Magico che ci conduce verso un abisso di dipendenza nella quale ci crogioliamo pur consapevoli del pericolo del pensiero unico, della risposta omologata, del misterioso algoritmo che decide cosa farci vedere e cosa nascondere nelle centesima pagina dei risultati. Strumento di democrazia digitale e di monopolio del pensiero globale nelle mani di una superpotenza sovranazionale.

Come faremmo senza Google? Basta andare indietro nel tempo di diciott'anni. Cosa facevamo senza Google? In redazione abbiamo provato a interrogarci. 

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La home page di Google nel 1998

Pino Bruno

Per quelli della mia generazione di migranti digitali la risposta è quasi banale. Prima di Google c'erano altri motori di ricerca più rozzi e limitati, e prima ancora c'erano le bacheche delle BBS, sulle quali porre domande e avere risposte dagli altri utenti. Nell'era pre-web e pre-Internet si andava in biblioteca, si consultavano Treccani, Sapere e Conoscere, si leggevano libri. Ma, mi rendo conto, è preistoria. Google è più comodo, soprattutto se si conoscono tutti i trucchi della Ricerca Avanzata e si ha un minimo di dimestichezza con la verifica delle fonti. Uno strumento straordinario, da maneggiare con maturità. 

Manolo De Agostini

Nel 1998 avevo 12 anni e allora la vita era molto diversa. I PC e Internet non erano affermati, le connessioni in banda larga si stavano affacciando, ma molti andavano di ISDN o peggio ancora, di 56 Kbps. Noi "giovani" eravamo più propensi a stare all'aria aperta e fare innumerevoli partite a pallone. Iniziavo a prendere dimestichezza con il PC, qualche gioco - spesso manageriali calcistici o arcade - e soprattutto qualche ricerca per la scuola, grazie a software come Microsoft Encarta.

Sergey Brin and Larry Page
Sergey Brin e Larry Page, ideatori di Google

La vita era diversa e vidi l'arrivo di Google come una piccola rivoluzione, molto meglio di Virgilio, Yahoo, Lycos, Altavista e simili. Mai avrei immaginato, allora, che Google arrivasse a conquistare il mondo, ma a distanza di 18 anni bisogna riconoscere che a Mountain View non ne hanno sbagliata una (o quasi) e oggi è praticamente impossibile farne a meno, anche se non tutti i colossi sono qui per restare e se fossi in Google mi guarderei da quella "vipera" di Mark Zuckerberg.

Dario d'Elia

Alla fine degli '90 negli ambienti online si iniziò a parlare del fenomeno Google. Mi ricordo che rispetto ai motori più gettonati, come ad esempio Yahoo e AltaVista, il giocattolo di Brin e Page sembrava andare nettamente più veloce. Un po' come quando è arrivato il browser Chrome e abbiamo scoperto quanto fosse lento MS Explorer e altri software. Google ai tempi brillava anche per il design: essenziale, gradevole, accogliente. Nel 1998 andavo a 56 Kbps (credo) e sembrava già una connessione buona. Google aveva ancora bisogno dell'impiego degli operatori booleiani per affinare le ricerche. Trucchetti di cui oggi possiamo fare a meno grazie al pannello di ricerca avanzata.

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A tutti gli effetti, scoperto un po' il suo meccanismo di crawling delle pagine web, fare le ricerche era piuttosto semplice. Era chiaro come le archiviava e quindi come trovarle. Oggi, sembrerà bizzarro, la sua "intelligenza" a volte è un limite. Favorisce nei risultati infatti ciò che ha maggiore visibilità e che potenzialmente corrisponde di più alla query, oltre ovviamente a centinaia di altri parametri che sappiamo essere dietro al web rank.

Ad ogni modo Google a lungo, per molti utenti, è stato identificato come lo stesso Web. Navigare online voleva dire soprattutto fare ricerche per individuare contenuti. Oggi, un po' tristemente, bisogna ammettere che l'utenza neofita identifica Facebook come spazio Web dove accade tutto. Segno dei tempi. La consolazione è che domani ci sarà altro. Ma pur sempre Google. E questa è già una vittoria che lenisce lo spleen digitale di questi giorni.

Alessandro Crea

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E così anche Google è maggiorenne. Se però vi dicessi che ricordo nitidamente quel giorno di 18 anni fa in cui faceva il suo esordio il motore di ricerca più famoso e utilizzato di sempre, mentirei. Nel 1998 non avevo nemmeno il PC e la connessione (arrivarono l'anno successivo) e negli anni successivi il motore di ricerca per eccellenza era decisamente AltaVista. Google sarebbe entrato solo progressivamente nelle mie abitudini, ma questo non significa che non le abbia rivoluzionate.

Quel sito dalla grafica inusitatamente minimale per l'epoca riuscì infatti in pochi anni a ottenere risultati stupefacenti, imponendosi come motore di ricerca in grado di fornire i risultati migliori. Questo lo ricordo bene, perché a un certo punto il confronto con gli altri protagonisti dell'epoca era diventato imbarazzante e cercare in Rete senza utilizzare Google divenne impensabile. Google è poi negli anni entrata più a fondo nelle mie abitudini e credo in quelle di quasi tutti gli utenti con prodotti come GMail, Chrome e Android, ma all'inizio, almeno nella mia, lo fece in punta di piedi.  

Valerio Porcu

Ora che ci penso, Internet ha sempre avuto un simbolo. Nel 1998 era il suono del modem, quella serie di scorregge elettroniche che ti aprivano la porta di un mondo ancora tutto nuovo e da scoprire. Un mondo lentissimo, che a caricare un'immagine ci volevano interi minuti.

Il paradigma della ricerca esisteva già prima di Google, non è che lo abbiano inventato loro. Ti serve un'informazione digitale? La cerchi e sarai soddisfatto. Questa era la teoria, ma all'epoca per fare una ricerca completa bisognava armarsi di tanta, tanta pazienza. Sì perché i siti di ricerca erano più di uno, e nessuno dava risultati del tutto soddisfacenti. AltaVista, Yahoo, Virgilio. Dovevi passare dall'uno all'altro, e poi fare un collage dei risultati. Poteva volerci una vita.

Poi, un giorno, comparve quella pagina quasi completamente bianca, con una casella in mezzo dove scrivere qualsiasi cosa. Non la scoprii da solo, fu qualcun altro a dirmi di provarlo - in effetti è curioso che una pagina per trovare cose, prima di tutto, dovette farsi trovare.

Comunque sia, tra il suggerimento e l'attuazione passò del tempo, mica c'erano gli smartphone. Poi, a casa, scrissi qualcosa in quella casella. Mi ricordo ancora la sorpresa dei risultati: così veloci, così tanti così rilevanti! E da allora Internet ebbe un nuovo simbolo.

Elena Re Garbagnati

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Più che il motore di ricerca, che a quelli della mia generazione ha fatto dimenticare AltaVista e Yahoo (e la necessità di ricordarci qualsiasi cosa) in men che non si dica, il cambiamento epocale secondo me è arrivato con i servizi accessori di BigG. Per esempio, quando la posta elettronica iniziava a rimpiazzare il fax c'erano solo programmi come Eudora e Outlook.

Si controllava la mail solo in locale, e soprattutto quando il PC aveva problemi o si corrompeva il file che le applicazioni generavano in automatico, si perdevano contatti e storico mail. Poi sono arrivati i cellulari: lo perdevi e ti eri giocato la rubrica contatti. Lo cambiavi e dovevi copiare la rubrica sulla SIM per "traslocarla" sul nuovo terminale. Sembra preistoria e invece sono passati solo pochi anni. Adesso è vero, siamo perseguitati dalle mail ovunque andiamo, e paghiamo i servizi con la nostra privacy. Però non perdiamo più niente. Tutto ha i suoi pro e i suoi contro.

Elena Tocci

Riflettendoci bene, Google ha cambiato tutto e noi siamo cambiati con lui. 18 anni fa avevo vent'anni, studentessa in comunicazione, utilizzavo i rudimentali e lentissimi computer in dotazione all'università. Il motore di ricerca Virgilio era la mia porta sul mondo, ma per visualizzare una pagina i minuti erano infiniti. Nel frattempo le chiacchiere con i colleghi di università si alimentavano di dettagli e la scusa per rallentare il tempo era la lentezza della  "macchina tecnologica".  Sarebbe bello, ogni tanto, fermare il tempo così.