I tour operator vogliono lasciare Google a terra

Google sta tentando di entrare direttamente nel settore dei viaggi online. L'iniziativa però non piace agli operatori e alle agenzie, coalizzati per convincere le autorità che si tratta di una pessima idea.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli operatori di viaggio si oppongono all'entrata nel settore da parte di Google. L'azienda qualche tempo fa ha dato via all'acquisizione di ITA, che produce e gestisce software di ricerca per biglietti aerei (Google e ITA Software, 700 milioni per volare alto). Per Google si tratta di migliorare i risultati delle ricerche e offrire nuovi servizi a propri utenti, ma per i tour operator c'è un pericolo di concorrenza sleale. Si sono così alleati per convincere le autorità a impedire la transazione.

Google sogna di volare

Nel gruppo, che si è dato il nome di Fairsearch.org, ci sono nomi di grosso calibro come Expedia, Kayak.com, Sabre Holding e altri. Il problema starebbe nel fatto che il software offerto da ITA è già il prodotto di riferimento per diversi operatori, che lo integrano nei loro siti web. Anche Bing, il motore di ricerca Microsoft, usa questa soluzione.

Gli operatori vedono in Google un pericoloso concorrente, e vogliono che le autorità fermino questa operazione. Google ritiene invece che questa visione non sia corretta. Nulla cambierà nel mercato, ma solo per gli utenti che usano la ricerca online per organizzare i propri viaggi. S'impegna inoltre a onorare i contratti esistenti.

"Quando un utente usa Google per cercare un volo, vorremmo offrire risposte più utili, come già fanno altri motori. Stiamo progettando strumenti per la ricerca voli che porteranno più traffico e potenziali clienti alle linee aeree e alle agenzie", ha detto A. Kovacevich di Google.

Qualche dubbio sull'operazione è probabilmente legittimo. Certo non si può dare per scontato che Google userebbe ITA per avvantaggiarsi ingiustamente sugli altri operatori, né si può immaginare che l'azienda di Mountain View voglia cominciare a occuparsi direttamente della vendita. Il controllo della ricerca tuttavia è tanto cruciale quanto delicato.

Secondo la coalizione "Google potrebbe usare ITA per marginalizzare la concorrenza e portare a un aumento dei prezzi". Gli operatori temono di perdere traffico sui propri siti, e di conseguenza clienti.

Il settore dei viaggi è il re del commercio online, e quasi il 70% dei viaggiatori del mondo comincia a organizzarsi dal proprio computer. Quasi il 50% dei biglietti aerei si vendono su Internet. Il fatturato generato in Rete per il settore dei viaggi vale quasi il 40% del totale. Per quanto riguarda Google, invece, si stima che le agenzie online producano tra l'otto e il dieci percento del fatturato pubblicitario. ITA Software, infine, nel 2009 ha generato 25 milioni di dollari in vendite di biglietti. Insomma, stiamo parlando di cifre enormi. Non c'è da stupirsi se l'iniziativa di Google solleva qualche perplessità.