In Italia un supercomputer da 50 milioni per la fusione nucleare

In fase di sviluppo un supercomputer all'avanguardia per lo studio della fusione nucleare, nell'ambito di un accordo da 50 milioni di euro tra ENEA, EUROFusion e CINECA. Sarà operativo alla fine del 2023.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

È in fase di sviluppo un supercomputer all'avanguardia per studiare la generazione di energia da fusione nucleare. È questo l'obiettivo dell'accordo da 50 milioni di euro in 5 anni tra ENEA, il consorzio europeo EUROFusion e CINECA.

Il supercomputer sarà installato alla fine del 2023 presso la sede del CINECA a Casalecchio di Reno (Bologna), simulerà la fisica del plasma generato all'interno dei reattori. Capace di eseguire 47 milioni di miliardi di operazioni al secondo, rappresenta un significativo progresso nella potenza di calcolo.

L’accordo prevede la realizzazione di un supercomputer da circa 47 petaflops, composto da una partizione convenzionale (13,6 petaflops) e una partizione accelerata (33,7 petaflops), oltre a una terza partizione Gateway che offre un set di servizi aggiuntivi e di gestione di utenti, applicativi, codici e dati. L’infrastruttura fornirà anche attività di supporto alla comunità scientifica europea della fusione nucleare per utilizzare al meglio questi sistemi nei propri ambiti di ricerca.

“Con questo nuovo progetto il CINECA si conferma uno dei più importanti centri di supercalcolo a livello internazionale e l’ecosistema del Tecnopolo di Bologna una delle maggiori concentrazioni di sistemi di calcolo ad alte prestazioni a livello mondiale”, commenta il presidente di CINECA Francesco Ubertini.

Vale la pena ricordare che presso il CINECA sono già operativi altri supercomputer, compreso il Marconi, che nel 2020 entrò nella top 10 per potenza di calcolo. E il Leonardo, che attualmente occupa il 4 posto.

“Per rispondere adeguatamente alle esigenze della comunità EUROfusion”, spiega Alessandro Dodaro (Direttore del Dipartimento ENEA di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare e referente dell’accordo per l’Agenzia), “abbiamo elaborato una specifica tecnica basata sulle più moderne e innovative architetture di calcolo, al cui sviluppo ha contribuito in modo determinante il Dipartimento ENEA di Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili con la Divisione per lo Sviluppo dei sistemi per l’informatica e l’ICT”.

L’energia da fusione

La fusione nucleare è lo stesso tipo di reazione che avviene nelle stelle, come il nostro Sole. Aspiriamo da molto a farne uno strumento per la produzione energetica, ma finora non ci siamo riusciti - non va confusa infatti con la fissione nucleare, quella usata nelle attuali centrali nucleari.

In teoria, se riuscissimo a costruire reattori a fusione nucleare, avremmo “la potenza di una stella” a nostra disposizione, con un output energetico altissimo, e nessun impatto ambientale. Tuttavia, realizzare un reattore a fusione con un’efficienza adeguata è una sfida complessa, e fare le necessarie simulazioni richiede supercomputer molto potenti, come quello che troverà sede nei dintorni di Bologna.

L’Italia contribuisce alla ricerca sulla fusione in particolare con il progetto DTT (Divertor Tokamak Test), la macchina sperimentale in fase di realizzazione presso Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma).