Un drone può volare tutto da solo con l'intelligenza artificiale, come hanno dimostrato i ricercatori delle università di Sheffield e Sussex. Non l'intelligenza umana però, ma una copia in scala ridotta dello strabiliante cervello delle api da miele.
Questi e altri insetti sono "un miracolo di ingegneria", ha affermato James Marshall (Università di Sheffield), "e se potessimo ricreare anche una frazione delle loro abilità in un sistema robotico avremmo fatto un eccezionale passo avanti".
Ed è proprio questo l'obiettivo, parzialmente raggiunto negli ultimi giorni nell'ambito del progetto Green Brain. I ricercatori hanno ricreato alcune parti del cervello della api, in particolare quelle che permettono di vedere e odorare, inserendo poi il software in un piccolo drone che ha usato questo grossolano cervello per volare da solo. Il risultato è che il drone si è mosso in un corridoio senza urtare le pareti, riuscendo persino a gestire una parete a scacchi, sfruttandola per orientarsi.
Un risultato davvero strabiliante, che porta con sé molteplici vantaggi. Se da una parte aiuterà a comprendere meglio come funziona l'eccezionale cervello delle api, infatti, servirà anche a farci comprendere meglio quello umano, e a realizzare migliori sistemi di volo autonomo.
Ci sono poi anche altre ricerche che cercano d'imitare le api per realizzare robot di nuova concezione. Ad Harvard (USA) per esempio si sta lavorando a delle vere e proprie api robotiche, che possano occuparsi dell'impollinazione esattamente come quelle naturali. Un'invenzione che potrebbe rivelarsi tristemente necessaria nei prossimi anni. Queste "roboapi" potrebbero diventare molto più interessanti con il cervello artificiale sviluppato in Gran Bretagna.
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