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a cura di Redazione Diritto dell’Informatica

Nell'ultimo anno, l'AGCM
, A
utorità del Garante della Concorrenza e del Mercato, ha condotto un' attività istruttoria sul servizio di cloud computing e condivisione file di Google, il servizio Google Drive.

L'Autorità ha, in particolare, esaminato le condizioni del contratto (Termini di Servizio) tra Google e l'utente consumatore. In particolare, l'AGCM ha voluto chiarire se i termini che l'utente deve accettare per poter usufruire del suddetto servizio siano lesivi o meno dei diritti e degli obblighi contrattuali di quest'ultimo.

La risposta dell'Autorità amministrativa è arrivata il 27 settembre 2021. L'AGCM ha, infatti, sanzionato il colosso di Mountain View, in quanto alcune clausole contenute nei termini e condizioni d'uso sono state ritenute violative della normativa relativa alla tutela del consumatore, c.d. Codice di Consumo.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha, infatti, imposto a Google di pubblicare sulla propria homepage, entro venti giorni dall’emanazione e per almeno venti giorni consecutivi, il provvedimento sanzionatorio CV194.

Più dettagliatamente, l'AGCM ha ritenuto che alcune condizioni contrattuali previste nei Termini di Servizio di Google Drive provochino un netto squilibrio di diritti e obblighi a danno dell'utente consumatore e a favore della Società fornitrice del servizio. Tale squilibrio è, infatti, causato dalla eccessiva libertà e discrezionalità di Google: un esempio è la facoltà di Google stessa, in alcuni casi specifici, di modificare discrezionalmente i termini del contratto.

Google Drive e Autorità amministrativa

Al centro di quest’ultima analisi dell’Autorità amministrativa vi è Google Drive, un servizio gratuito fino a 15 GB offerto da Google all'utente e che consente a quest'ultimo di memorizzare e condividere i propri file.

Come è noto, per poter usufruire di questo servizio è necessario che l'utente accetti i Termini di Servizio, unilateralmente determinati dalla Società, dovendo, così, accettare incondizionatamente tutte le clausole del contratto predisposto da Google per poterne usufruire.

Tuttavia, proprio per questa posizione di "svantaggio" del consumatore, il Codice del Consumo, ovvero la normativa di riferimento per questa tipologia di rapporti contrattuali, prevede una maggiore tutela dei diritti di quest'ultimo.

Senza entrare nel merito della normativa, è bene tenere a mente che il legislatore, proprio per tutelare i diritti del consumatore, ha stabilito che alcune clausole contrattuali, definite "vessatorie", devono essere ritenute nulle in quanto di per sé sono considerate lesive dei diritti di una parte rispetto all'altra.

Infatti, l'intenzione dell’Autorità amministrativa è proprio quella di sanzionare l'abuso della posizione "dominante" della Società Google nei confronti dell'utente. L'AGCM ha, infatti, rilevato che vi sono alcune clausole dei Termini di Servizio di Google Drive che contrastano apertamente il contenuto del Codice del Consumo, in particolare, secondo l’Autorità, tali clausole violerebbero uno degli articoli principali del Codice, l'art. 33.

In primo luogo, l’Autorità amministrativa ha rilevato che i Termini di Servizio di Google Drive limitano eccessivamente i diritti dell'utente che usufruisce del servizio. Infatti, una clausola del suddetto contratto stabilisce l'esonero da responsabilità in capo alla medesima nei casi in cui vi sia una perdita di dati o documenti che l'utente ha condiviso su Google Drive, perfino nell'ipotesi in cui tale perdita sia imputabile direttamente alla Società.

Per quanto concerne la seconda contestazione rivolta a Google, l'AGCM ha affermato che la Società viola i diritti degli utenti quando si riserva il diritto di sospendere o interrompere arbitrariamente il servizio. Nello specifico, infatti, Google ha previsto una clausola in cui stabilisce che il fornitore del servizio può discrezionalmente sospendere o interrompere l'accesso dell'utente a tale servizio, senza prevedere alcuna possibilità per l’utente di contrastare la decisione del fornitore.

Infine, l'AGCM ha contestato la clausola relativa alle eventuali modifiche contrattuali di Google Drive in quanto lesiva dei diritti dell'utente consumatore dal momento che non vi vengono specificate le tempistiche del preavviso che Google deve dare all’utente circa le suddette modifiche. L'AGCM, infatti, ribadisce che il Codice del Consumo prevede un dovere in capo al fornitore del servizio di inviare, con un adeguato preavviso, la comunicazione all'utente delle future modifiche ai termini di contratto. Tale comunicazione risulta necessaria per l'utente per permettergli di decidere di recedere dal contratto.

Google modifica le clausole vessatorie

Davanti alle contestazioni svolte dall’Autorità amministrativa, il colosso di Mountain View si è mostrato pronto a collaborare per modificare le clausole oggetto di indagini e prevedere una tutela maggiore dei diritti dell'utente consumatore.

La Società ha infatti modificato le clausole contrattuali in modo tale da renderle più trasparenti per l'utente. In particolare, tra le diverse modifiche apportate, Google ha reso più chiare le modalità e le tempistiche del preavviso per le comunicazioni da notificare all'utente nel caso in cui ritenga necessaria la sospensione o interruzione del servizio o nel caso in cui intenda modificare le disposizioni dei Termini del Servizio.

 Il messaggio dell’AGCM nella homepage di Google

Nonostante gli sforzi di Google e le modifiche apportate alle clausole contrattuali al fine di tutelare meglio i diritti dei consumatori, l'AGCM ha comunque previsto che la Società sia obbligata a pubblicare sulla propria home page il testo del provvedimento sanzionatorio. In tal modo, tutti gli utenti che accedono al sito possono leggere la decisione dell'AGCM circa la vessatorietà di alcune clausole dei Termini di Servizio di Google Drive ed essere maggiormente consapevoli dei propri diritti.

La scarsa chiarezza, infatti, potrebbe spesso portare a scelte avventate, e l’utente può trovarsi così in situazioni tanto spiacevoli quanto inaspettate. Proprio per questo ti consigliamo di affidarti a studi esperti in materia, come il nostro partner Studio Legale FCLEX, che possono offrirti una consulenza personalizzata per i tuoi dubbi e/o problemi.