La Francia dice sì alla Web Tax e la Commissaria UE Vestager approva

La Commissaria UE per la Concorrenza Margrethe Vestager ha accolto positivamente il voto francese sulla Web Tax (tassa GAFA).

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a cura di Dario D'Elia

La Francia ieri ha approvato in sede di Assemblea Nazionale la cosiddetta "GAFA tax" che dovrebbe consentire di tassare le attività di Google, Amazon, Facebook, Apple e altri colossi. Manca ancora il voto del Senato affinché diventi legge, ma non dovrebbero esservi grandi ostacoli.

"Credo fermamente che dobbiamo fare un passo avanti. La cosa migliore è una soluzione globale, non c'è dubbio, ma se vogliamo avere risultati in tempi ragionevoli, l'Europa avrà fare un passo avanti. Penso che l'inconveniente di una tassazione digitale frammentata sfortunatamente faccia parte della spinta ", ha dichiarato la Commissaria UE per la Concorrenza. Margrethe Vestager ieri durante un'intervista rilasciata alla radio parigina France Inter di fatto ha dato il suo beneplacito all'iniziativa francese.

"L'Europa vuole farlo insieme ma non siamo stati in grado di trovare un accordo", ha sottolineato la commissaria danese. "E trovo importante che ogni stato membro che vuole fare qualcosa, ora faccia qualcosa".

La "GAFA tax" propone un 3% di tassazione sulla pubblicità digitale e altre attività online per le aziende tecnologiche che generano un fatturato annuale globale superiore ai 750 milioni di euro e nazionale (in Francia) superiore ai 25 milioni di euro. Si stima che nel 2019 la raccolta potrebbe arrivare a 500 milioni di euro.

Il Ministro dell'Economia Bruno Le Maire recentemente ha dichiarato che "costruendo la tassa del 21° secolo" sperava che avrebbe "ripristinato la giustizia fiscale". E la sua marcia certamente non riguarda solo la Francia perché ha intenzione di proporre la sua strategia a tutti gli altri paesi UE in questi giorni. Da considerare però che fino ad ora l'Irlanda, Danimarca, Svezia e Finlandia si sono opposte a ogni compromesso, suggerendo un accordo OCSE che però nella migliore delle ipotesi potrebbe arrivare a fine 2020.

"Paghiamo sempre tutte le tasse dovute e rispettiamo le leggi fiscali in tutti i Paesi in cui operiamo in tutto il mondo", ha fatto sapere Google. "Google paga la maggior parte della sua imposta sul reddito delle società negli Stati Uniti e abbiamo pagato un'aliquota fiscale globale effettiva del 23% negli ultimi dieci anni".