Web Tax europea, fumata nera all'Ecofin. La palla passa all'OCSE

Ieri la riunione Ecofin dei ministri delle Finanze dell'Unione europea non ha trovato l'accordo sulla Web Tax: dovrà occuparsene l'OCSE.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Ieri la riunione Ecofin dei ministri delle Finanze dell'Unione europea ha rinviato la questione Web Tax all'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): la proposta della presidenza rumena non ha coagulato abbastanza consensi. O meglio, ha registrato il parere contrario di Svezia, Irlanda, Danimarca e Finlandia. Per questo tipo di decisioni ci vuole l'unanimità.

"Prendo nota dell'opposizione di alcuni Stati membri, OCSE e G20 stanno portando avanti progetti molto ambiziosi e si pensa di concludere entro il 2020. Siamo d'accordo a concentrarci sugli sforzi a livello di OCSE, ma dobbiamo essere pronti ad affrontare ritardi all'interno dell'ambito internazionale", ha commentato il presidente di turno dell'Ecofin, il ministro romeno Orlando Teodorovici. "Se nel 2020 si constaterà che l'accordo a livello OCSE richiederà più tempo, il Consiglio potrebbe tornare a discutere la Web Tax se lo ritiene necessario".

Per il Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, si è trattata di una "occasione mancata". Sulla stessa linea il Ministro dell'Economia Giovanni Tria che ha sottolineato recentemente "il paradosso che chi è tra i principali attori si sottragga a contribuire ai costi che accompagnano la trasformazione dell’economia che sono sostenuti dagli Stati nazionali".

Il Ministro concorda con le posizioni di Francia e Germania: un voto favorevole in sede Ecofin avrebbe dimostrato che la UE è decisa a intervenire sulla questione. A questo punto la speranza è che l'OCSE si esprima "in tempi rapidi". Ma non è escluso anche che i singoli Stati membri procedano in autonomia, come sta avvenendo ad esempio in Francia con la legge GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon), presentata dal Ministro dell'Economia Bruno le Maire il 5 marzo al Consiglio dei Ministri.

Sarà oggetto di confronto all'Assemblea Nazionale il mese prossimo. Nello specifico si parla di un'imposta del 3% per tutte le aziende, che superano i 750 milioni di euro di ricavi annui e i 25 milioni di ricavi in Francia, che si occupano di pubblicità online, vendita di dati personali e intermediazione nella vendita online di prodotti e servizi.