La Francia investirà 2,9 miliardi di euro in una nuova fabbrica di semiconduttori, hanno annunciato lunedì i funzionari transalpini. La fabbrica sarà costruita nella città di Crolles, vicino a Grenoble, nel sud-est della Francia. Il ministero dell'Economia francese ha dichiarato che l'aiuto di Stato è la più grande sovvenzione offerta dal 2017.
L'investimento fa parte di un più ampio sforzo della Francia e di altri Paesi europei per aumentare la produzione di semiconduttori sul territorio del Vecchio Mondo. Attualmente l'Europa produce meno del 10% dei semiconduttori mondiali e dipende fortemente dalle importazioni dall'Asia.
L'European Chips Act ha come obiettivo sbloccare 43 miliardi di euro di investimenti per consentire all'Europa di produrre il 20% dei chip mondiali entro il 2030. Attualmente, l'Europa rappresenta meno del 10% della produzione globale, con la maggior parte dei chip prodotti a Taiwan. Secondo il ministero francese, questo progetto, situato nella città alpina di Crolles vicino a Grenoble, aumenterà la capacità produttiva europea di quasi il 6% entro il 2028.
Il nuovo stabilimento sarà gestito da una joint venture tra l'azienda europea STMicroelectronics e la statunitense GlobalFoundries. Si prevede la creazione di circa 1.000 posti di lavoro.
L'investimento è anche una risposta alla crescente competizione globale per il controllo della catena di fornitura dei semiconduttori. A livello europeo, è noto quanto le autorità di Bruxelles puntino a giocare una partita alla pari con i poli produttivi in Asia e negli USA. Una competizione, tra l’altro, resa ancora più complessa dalla situazione geopolitica a Taiwan.
Anche gli Stati Uniti e la Cina stanno investendo molto nella produzione di semiconduttori. Il governo statunitense ha approvato un investimento di 52 miliardi di dollari nel settore e la Cina ha fissato l'obiettivo di produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2025.
La domanda globale di semiconduttori, allo stesso tempo, forse sta crescendo anche più rapidamente dell’offerta - il pericolo di un nuovo shortage non è di certo escluso a priori.
Per quanto riguarda l’Italia, anche il nostro paese ha una presenza in questo progetto: Intel dovrebbe sfruttare finanziamenti pubblici per realizzare una fabbrica dedicata al packaging dei processori, e almeno un centro di ricerca.
Un ruolo marginale, quello dell’Italia, che sembra poca cosa di fronte al governo parigino che mette sul tavolo 3 miliardi di denaro pubblico.