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a cura di Elena Re Garbagnati

Uno sviluppatore di software e astronomo dilettante è riuscito a creare una mappa 3D di 400 mila stelle situate a 10.000 anni luce dal Sole, usando i dati raccolti dalla missione ESA Gaia. Il risultato è il video strabiliante che vi proponiamo in questa pagina.

Partendo dall'inizio, tutti ricorderete che Gaia è una missione dell'ESA ideata per stilare una mappa dettagliata della Via Lattea. È decollata a dicembre del 2013 e finora ha studiato circa 1 miliardo di oggetti tra cui stelle, pianeti, comete, asteroidi, quasar, eccetera. È grazie a Gaia che  gli astronomi hanno fatto alcune importanti scoperte sulla nostra galassia.

I dati inviati a terra da Gaia sono pubblici, proprio per consentire alla comunità scientifica di beneficiarne a favore di nuove scoperte, e fra i tanti ad averci messo mano c'è Kevin Jardine, uno sviluppatore che con l'aiuto degli scienziati ESA della missione Gaia e dei ricercatori delle Università di Leiden e Heidelberg ha usato i dati relativi a 40.000 stelle di classe OB situate a una distanza di 10.000 anni luce dal Sole per crearne la mappa completa.

Un lavoro monumentale, perché come noto la Via Lattea ha una forma a disco con bracci a spirale, e il nostro Sistema Solare - come la maggior parte delle stelle nella nostra Galassia - è incorporato nel Disco Galattico stesso. I dati di Gaia sono importantissimi per individuare le stelle OB, che hanno una vita relativamente breve (fino a poche decine di milioni di anni) e sono disposte per lo più vicino ai loro siti di formazione. Durante la loro vita, queste stelle emettono una quantità considerevole di radiazioni ultraviolette, che ionizzano rapidamente il gas interstellare. La loro collocazione è utile per tracciare con un alto grado di precisione la distribuzione complessiva delle stelle giovani e dei siti di formazione stellare.

gaia

ESA gaia. Crediti: ESA

Jardine ha inoltre mappato le aree con concentrazioni di stelle di classe O, B e A presenti nella seconda release di Gaia. Con tutto questo materiale Jardine ha dato vita a una mappa centrata sul Sole, che mostra il Disco Galattico come apparirebbe al di fuori della nostra galassia. Le regioni a densità più elevata sono rappresentate in tonalità rosa-porpora, quelle a densità intermedia sono di colore viola / blu, quelle a bassa densità sono blu scuro.

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Una stella nana bruna

Jadrine ha anche consultato i dati di altre indagini astronomiche per mappare le concentrazioni di polvere interstellare (indicate in verde) e le nubi conosciute di gas ionizzato (che appaiono come sfere rosse). Le concentrazioni di stelle sembrano disposte in raggi che si estendono dal centro, anziché in bracci a spirale. Non è un errore, è causato dalla presenza di nuvole di polvere che oscurano la vista delle stelle collocate dietro di loro.

La terza versione dei dati Gaia è attesa per la fine del 2020, con la pubblicazione del catalogo finale nella decade del 2020.


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