La NASA chiede aiuto, dove metto la pupù degli astronauti?

La NASA cerca soluzioni efficaci per gestire gli escrementi degli astronauti in viaggio verso Marte. Qualcuno ha un'idea seria?

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a cura di Elena Re Garbagnati

La pupù è un problema spaziale. O meglio potrebbe essere un problema per gli astronauti che affronteranno il viaggio verso Marte. La questione è semplice: sulla Stazione Spaziale Internazionale non ci sono problemi ad andare in bagno perché sono ormai state messe a punto tecniche rodate sia per il riciclo dei rifiuti liquidi (l'urina) sia per lo smaltimento dei rifiuti fecali.

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Riciclo dell'acqua sulla ISS

Il problema si limita alle situazioni di emergenza, come le passeggiate spaziali, durante le quali gli astronauti sono bloccati per ore nelle loro tute spaziali, o il viaggio di andata e ritorno da e verso la ISS a bordo della navicella russa Soyuz. In questi casi - se proprio emergenza deve essere - i "pannoloni" per adulti sono una obbligata quanto poco originale "pezza" temporanea. Anche se in condizioni di microgravità quando il pannolone è pieno non ci vuole molto perché il contenuto inizi ad "andare in giro" per la tuta.

Non aggiungiamo altro, a parte che nessuno vorrebbe rimanere in una situazione del genere per giorni! Pensate a un viaggio per Marte, che dura mesi, e anche nel caso si riuscisse a far funzionare l'EM Drive sarebbe almeno di 70 giorni. Un inconveniente potrebbe capitare, e - speriamo di no - durare giorni.

Morale: urgono idee alternative per gestire i bisogni degli astronauti. Per questo la NASA ha avviato tempo fa il concorso HeroX, a cui possono partecipare tutti gli inventori a cui venga in mente una soluzione per tenere gli astronauti "puliti e asciutti". Alle tre idee migliori saranno riconosciuti premi in denaro.

Per saperne di più guardate il video qui sotto con le argomentazioni (in inglese) dell'astronauta Richard Mastracchio:

Bisogna tenere presente che le nuove tute spaziali sono molto strette, quindi non ci sarà grande spazio per includere soluzioni hi-tech. Inoltre il requisito base è che le evacuazioni restino sigillate, senza impedire agli astronauti di muoversi liberamente.  

Insomma, la speranza è che a qualcuno possa venire in mente una soluzione sfuggita alle menti più talentuose dell'ingegneria spaziale. Se vi si accende la lampadina scrivete alla NASA entro il 20 dicembre. La questione è serissima, quindi non fate figuracce come Wolowitz!