La rete Telecom non rischia l'italianità

Il viceministro alle telecomunicazioni Paolo Romani è certo che un'eventuale operazione di acquisizione da parte di Telefonica non metterà a rischio l'italianità della rete nazionale.

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a cura di Dario D'Elia

La rete Telecom resterà italiana, anche se Telefonica dovesse riuscire ad acquisire l'ex-monopolista. Il viceministro alle telecomunicazioni Paolo Romani è stato chiaro al riguardo. "È ovvio che non si potrà mai espropriare la rete di Telecom ma la rete rimarrà italiana anche se a comandare dovesse essere qualcun altro. È ovvio che se la governance dovesse essere spagnola l'Italia potrebbe non essere al centro degli investimenti e su questo ci deve essere chiarezza".

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Durante la terza giornata marconiana organizzata dalla Fondazione Bordoni, l'amministratore delegato di 3 Italia Vincenzo Novari si è espresso negativamente sulla prospettiva di un un'Italia a trazione spagnola. "È assurdo che in Italia il più grande motore e acceleratore dell'innovazione a livello di piccole e grandi aziende, mi riferisco alla rete in fibra, sia da anni sotto scacco da parte di una nazione che ci sta dettando le regole
. Non ho mai visto un progetto sul quale c'è la volontà di tutti maggioranza, opposizione, industrie e consumatori e non si fa perché c'è un azionista estero che non è d'accordo, come Paese non lo possiamo accettare", ha tuonato l'AD.

Intanto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola sta continuando a lavorare sul progetto di una nuova società per la NGN (rete di nuova generazione in fibra ottica). Per la banda larga "standard" bisognerà accontentarsi dei 150 milioni di euro provenienti dai fondi europei Fes e Fesr, nonché dei 135 milioni di euro già stanziati con la partecipazione delle Regioni.