La Russia boicotta la Stazione Spaziale e il sistema GPS

La Russia risponde alle sanzioni statunitensi con una vera rappresaglia mirata a intralciare pesantemente le attività spaziali statunitensi. Minacciate la cooperazione per la ISS, i viaggi nello Spazio e le comunicazioni GPS.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La crisi Ucraina esce dai confini terrestri e sbarca nello Spazio. Astronauti e appassionati di scienza speravano che non succedesse, ma alla fine Putin ha risposto alle sanzioni di Washington con una chiusura totale sulla collaborazione USA-Russia in ambito spaziale e non solo. Il vice primo ministro Dmitry Rogozin ha infatti comunicato l'elenco della rappresaglia russa contro gli Stati Uniti, che mira di fatto a ostacolare l'attività spaziale dell'occidente.

In sintesi, la Russia ha deciso che abbandonerà la Stazione Spaziale Internazionale nel 2020, infischiandosene dell'intenzione di proseguire con le ricerche e gli esperimenti in orbita almeno fino al 2024. Inoltre è stata bloccata la vendita dei motori per razzi di fabbricazione russa usati per mandare in orbita i satelliti militari statunitensi.

Cooperazione internazionale sulla ISS a rischio?

Terzo, Rogozin minaccia di spegnere i ricevitori GPS sul suolo russo a decorrere dal 1 giugno, se il Governo USA non acconsentirà nel frattempo l'installazione di impianti analoghi per GLONASS sul continene americano. Almeno qui c'è una possibilità di dialogo, cosa che non sembra possibile per gli altri provvedimenti.

Con un sarcasmo discutibile infatti Rogozin ha pubblicato le notizie su Twitter commentando che agli Stati Uniti servirà un trampolino per arrivare sulla ISS. Un modo indiretto per dire che "i passaggi" con la Soyuz agli astronauti statunitensi potrebbero essere tagliati. Ricordiamo che la Soyuz è usata anche dagli astronauti europei, canadesi e giapponesi.

La Soyuz è atterrata questa notte in Kazakistan

Rogozin spiega che "con le sanzioni contro Mosca, gli Stati Uniti stanno coinvolgendo anche i loro astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, dal momento che tali misure potrebbero penalizzare le attività spaziali russe". Ricordiamo però che la ISS è un progetto scientifico internazionale, e per questo continuiamo a condividere l'opinione dell'astronauta statunitense Ron Garan quando scriveva: "non dovremmo permettere che la NASA e la Stazione Spaziale Internazionale vengano usate come pedine in un conflitto politico". Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano al riguardo i due cosmonauti russi al momento presenti sulla ISS.

Passiamo invece alla questione GPS, che ha allarmato molti. Come spiega Io9, i satelliti di navigazione globali che si trovano nello spazio richiedono stazioni terrestri per migliorare la precisione delle rilevazioni. Ci sono quindi stazioni di monitoraggio a terra che raccolgono i dati, e che inviano segnali di comando e di controllo. Un eventuale spegnimento delle stazioni russe non avrebbe alcun impatto né per gli utenti civili né per quelli militari. Tuttavia le stazioni GPS su suolo russo sono usate nelle misurazioni della deformazione tettonica terrestre.

Spegnendole quindi Mosca penalizzerebbe la ricerca internazionale sulla deformazione continentale e sulle variazioni geodetiche nel corso del tempo. Insomma sarebbe un dispetto a tutti i geofisici del mondo. Forse i russi non ci avevano pensato, forse non hanno pensato a tante cose.