Da qualche tempo una TV per bambini manda in onda le repliche di "Siamo fatti così - Esplorando il corpo umano" la serie a cartoni animati che ha tenuto compagnia alla sottoscritta 30 anni orsono. La grafica, paragonata con quella delle produzioni odierne, è un po' triste, e ho notato più volte in passato che questo aspetto porta mia figlia di 7 anni a snobbare i contenuti.
Questa volta è stato diverso: l'età manifesta è passata in secondo piano davanti all'argomento, che fin dal primo minuto l'ha affascinata.
Chiaramente affascina la scoperta di come funzionano le parti del nostro corpo che non possiamo vedere, e sulla scia di questa informazione ho capito che poteva essere il momento di proporre un libro ad hoc sull'argomento: Lo strano caso della cellula X. Le avventure del prof. Strizzaocchi.
Le analogie idealmente non mancano: al posto del Maestro dalla barba canuta c'è Elia Brambilla Strizzaocchi, un professore panciuto che grazie al microscopio riesce a vedere con i suoi occhi esseri minuscoli come le cellule, e che guiderà il piccolo lettore alla scoperta in un mondo fantastico composto da nuclei, DNA, enzimi, proteine e molto altro.
Gli autori Lorenzo Monaco e Matteo Pompili hanno scelto l'espediente del mistero da risolvere per coinvolgere i bambini: una formula che non passa mai di moda e che conferma puntualmente la sua efficacia. In questo caso il mistero (non svelo nulla, è nella prima pagina) parte con la crisi esistenziale della cellula X e si sviluppa nel lungo dialogo che intrattiene con il professor Strizzaocchi per comprendere la sua utilità e la sua essenza.
L'avventura inizia proprio da qui, e per un bambino è avvincente perché dubbi, domande e questioni poste al professore dalla cellula X sono quelle tipiche che farebbe un coetaneo. Inoltre la risposta ad ogni domanda apre lo scenario a nuove domande e così via fino a scoprire tutte le parti di cui si compone una cellula, in un gioco leggero e divertente che non odora di nozionismo e che non lascia spazio alla noia.
Anche perché le illustrazioni di Agnese Baruzzi accompagnano ogni passaggio alleggerendo il testo e aiutando a visualizzare un oggetto (la cellula) a cui in effetti un bambino fatica a dare una forma e un aspetto. In più questa breve storia nel caso di mia figlia ha risollevato la curiosità verso gli strumenti: improvvisamente sono tornati in auge il microscopio che con l'estate era finito in cavalleria, le provette e i liquidi colorati che avevamo per casa. Del resto uno degli obiettivi del libro è anche spingere i piccoli lettori a sperimentare, grazie alla parte di laboratorio che propone un gioco divertente per costruire una cellula partendo da oggetti facilmente reperibili in casa.
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Una dimostrazione che basta poco per attirare l'attenzione dei bambini e per tenerla alta. L'età di lettura consiglia è dai 9 anni, giusto perché qualche minima nozione di biologia appresa a scuola può agevolare la lettura. In realtà le spiegazioni - pur nel rigore scientifico e senza banalizzare - sono semplici e per ogni termine "strano" che viene introdotto segue subito una spiegazione chiara e comprensibile. Affiancando il bambino nella lettura non è difficile proseguire spediti anche con un piccolo di 7-8 anni.
Da lodare poi la presenza in chiusura di ogni capitolo di un inserto (due pagine) in cui si spiegano in maniera sintetica le scoperte degli scienziati relative all'argomento appena concluso: concretizza agli occhi dei bambini il lavoro dei ricercatori e rende un'idea più chiara dell'importanza di quello che hanno appena letto.
Un buon compendio per un libro come questo è lo strumento principale del professor Strizzaocchi: il microscopio. Su Amazon il modello attualmente più venduto è questo di Clementoni.