Ci vorrebbe un nuovo Einstein

Leggete questa interessante intervista con il fisico del CERN Dario Menasce in cui spiega i prossimi obiettivi della ricerca, di cosa hanno bisogno i giovani che vogliono fare i ricercatori e cosa dovrebbero sapere le persone comuni per dimostrarsi meno a digiuno quando si parla di Fisica.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Amedeo Balbi aveva tracciato un profilo molto bello dei grandi della Fisica.  Che persone sono i ricercatori contemporanei? In che modo la Scienza li rende quello che sono e in che modo la Scienza potrebbe rendere tutti persone migliori?

"Credo che ci siano due categorie di scienziati. Quelli normali, come me, che fanno il loro mestiere, imparano le cose che devono sapere, le fanno e non portano un'impronta radicale al mondo. Però fanno il loro mestiere e sono essenziali per ottenere i risultati. Poi ci sono i Feynman, che sono i grandi della Fisica, e che purtroppo sono sempre un po' di meno, o forse si notano un po' di meno. Sono personaggi davvero particolari e quando li si avvicina ci si accorge.

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Leon Lederman

Mi ricordo quando lavoravo a Fermilab, e il direttore era il premio Nobel Leon Lederman. Sembrava "il droghiere di fianco a casa mia", una persona umile, tranquilla, però si percepivano il polso e l'autorità morale. Mi colpì particolarmente una cosa: il direttore aveva diritto a una casetta nel bosco del Fermilab ma Lederman non la usava. Però aveva deciso che tutti i venerdì dalla primavera fino all'autunno si tratteneva lì e ogni studente poteva andare a trovarlo per parlargli, fumare insieme una sigaretta o passare la giornata con lui. Questa secondo me è la differenza fra un grande e un mediocre".

Parliamo del gravitone. Un amico ricercatore mi ha detto che ogni anomalia è un'occasione per i ricercatori per proporre e portare avanti le proprie tesi. Come ci sente davanti a una possibile scoperta di questo tipo? Lei lo sa perché ha lavorato al bosone.

"Ci sono stati precedenti piuttosto sgradevoli, mi riferisco per esempio al neutrino più veloce della luce e alle onde gravitazionali primordiali. Vista la risonanza che queste notizie adesso hanno nel mondo è fondamentale per noi fisici salvaguardare la credibilità dei nostri risultati. Prima di parlare di qualunque cosa bisogna avere ben chiaro di che cosa si sta parlando.

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Sono state trovate queste due anomalie. Di anomalie simili ne ho viste tante nella mia vita e sono quasi tutte sparite all'aumentare della statistica, quindi sono cauto. Ciò non toglie che in questo caso particolare ci sia un elemento intrigante: l'anomalia è stata rilevata da due esperimenti separati. In questi casi bisogna prima di tutto stare calmi e aspettare la statistica opportuna. Non si possono frenare i fisici teorici dal fornire possibili interpretazioni, che non sono sparate a caso, hanno tutte una plausibilità. 

Però di fatto sono due anomalie di cui non sappiamo praticamente nulla. Se si dovessero confermare si cercherà di capire. Di sicuro la speranza è che si trovi qualcosa di nuovo e questo genererà entusiasmo -  e sono sicuro che sia il pensiero del 100 percento della comunità scientifica.

Questo è il vero dramma della Fisica moderna: il modello standard funziona a livelli impensabili ma sappiamo che non è completo. Non include la gravità e non contempla massa oscura ed energia oscura e questo ci mette in difficoltà. Sappiamo che non funziona per spiegare tutto ma non abbiamo il minimo indizio di dove dobbiamo andare a guardare. È come essere in una stanza buia senza finestre e sapere che c'è qualcosa fuori: dobbiamo tastare le pareti alla cieca fino a quando non troviamo una finestra, allora potremo tentare di spalancarla. È un motivo per cui alla fine il CERN esiste e per cui esiste questa scalata alle energie superiori.

Albert Einstein

Io ho delle riserve su questa cosa. Sicuramente al crescere dell'energia aumenta la potenzialità di scoperta, ma non sono sicuro che sia l'unica strada o addirittura la migliore dal punto di vista dell'efficienza. Ci vorrebbe qualcuno che fece come Einstein all'inizio del secolo scorso, quando si rimboccò le maniche e pensò che rivedendo i concetti di spazio e tempo si potesse fare qualche passo avanti. Non ha neanche avuto bisogno di entrare in un laboratorio. Einstein ricordiamo che non ha tirato fuori tutto dal cilindro, ha saputo sintetizzare il lavoro di tanti che non avevano capito in che contesto agivano le cose che avevano trovato.

Forse un po' quello che ci manca in questo momento è qualche mente alla Einstein che sappia cogliere tutti i frammenti che ci sono già. Abbiamo un sacco di indizi strani, ci manca la "testa" che sappia vedere dietro".

Magari quella "testa" è qualcuno che sta ancora studiando e che vorrebbe in futuro fare questo lavoro.

"Motivo per cui scrivo questi libri un po' semplici, nella speranza di attirare i giovani che non saprebbero nemmeno che questa cosa esiste, e magari leggendo un mio libriccino un giorno decideranno di fare quel passo".