Consigli a chi vuol fare il ricercatore

Leggete questa interessante intervista con il fisico del CERN Dario Menasce in cui spiega i prossimi obiettivi della ricerca, di cosa hanno bisogno i giovani che vogliono fare i ricercatori e cosa dovrebbero sapere le persone comuni per dimostrarsi meno a digiuno quando si parla di Fisica.

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a cura di Elena Re Garbagnati

A questi giovani vorrebbe dare qualche consiglio sugli studi da fare, la carriera da intraprendere o semplici il modo di porsi?

"Ho iniziato ad avere laureandi nell'82 e ho visto che gli studenti arrivano sempre più svegli, più bravi, più preparati. C'è però una cosa che manca: quando arrivano a fare la tesi, nel momento di scrivere quello che hanno fatto e le conclusioni che hanno tratto sono un disastro.

L'idea che mi sono fatto io è che mentre quando eravamo ragazzi noi l'unico modo per apprendere era leggere un libro, adesso il modo di apprendere dei giovani è il WWW. Un modo di apprendimento non lineare, in cui si salta da un link all'altro senza finire di leggere una pagina per intero e dimenticandosi persino da dove si è partiti. Il vantaggio evidente è che si accumulano tantissime nozioni, quello negativo è che si perde la consecutio, la capacità di riassumere ciò che si è visto e ciò che si è pensato.

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Il mio suggerimento è: benissimo gli strumenti moderni, ma non dimentichiamoci la linearità delle cose e prendiamoci il tempo di approfondirne una sola invece che saltare da una all'altra.

Mi permetto di aggiungere un'altra cosa. Io ho fatto il liceo scientifico perché mi interessavano la Fisica e la Scienza e snobbavo molto gli studi umanistici, poi mi sono reso conto che gli studi umanistici sono necessari e complementari a quelli scientifici, non c'è dicotomia fra i due. Anzi, il liceo classico tuttora secondo me forma la testa in maniera più proficua per la Scienza che non il liceo scientifico".

Tre libri che porterebbe in viaggio su Marte

"Le memorie di Adriano, L'Azteco e il libro che ho letto recentemente The Fall of the Roman Empire di Peter Heather, una rivisitazione della crisi dell'impero romano alla luce delle nuove scoperte dell'archeologia".

In genere chiudo qui le interviste, ma in questo caso il professore Menasce mi ha fatto qualche commento pungente e costruttivo che condivido perché riguarda indirettamente alcuni lettori di Tom's Hardware.

Parlando dei commenti che troppo spesso accompagnano le notizie scientifiche, Menasce mi ha fatto notare che "oggi tanti, troppi si reputano in diritto di mettere in discussione le teorie. La distinzione fra Scienza e magia è sempre più vaga, per la gente le cose scientifiche sono sempre più associate alla matematica e poi c'è il vizio di mettere tutto in discussione. Per l'uomo comune una teoria è qualcosa di dibattibile e nebuloso, ciascuno si sente in diritto di avere la propria. È difficilissimo far capire che una teoria non è qualcosa di dibattibile, è qualcosa di molto ben verificato con le risposte che la natura dà. Se la natura dice che una teoria è sbagliata lo è, se la natura dice che è vera allora è vera.

Lo stesso per il fatto che una teoria una volta dimostrata e riconosciuta vera ha un campo di validità (la teoria di Newton è valida per velocità basse, per quelle prossime a quella della luce è valida quella di Einstein) che non la inficia. La gente dovrebbe imparare a capire molto bene queste cose, perché noi viviamo in un mondo altamente complesso e tecnologico e se lo lasciamo in mano a gente che di Scienza non sa niente sarebbe come mettere un bambino alla guida di un jet".

Chiudiamo con i libri: io ho ammesso che spesso recensisco libri semplici e che quindi i più colti non sono interessati. Il professore Menasce mi ha fatto notare che "non è vero che gli scienziati disdegnano le cose più semplici. Leggere di cose che si conoscono magari benissimo, ma raccontate da un altro che le semplifica ed espone con un modo suo di interpretarle e di calarle in un contesto diverso è estremamente utile anche a chi le cose le sa già. Le si vede banalmente in un modo diverso e si apre la mente. Lo scienziato che si rifiuta di fare questa cosa per me è uno sciocco".  

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