Lasciatevi contagiare dalla Scienza, sarete persone migliori

Amedeo Balbi spiega ai lettori di Tom's Hardware perché la cultura scientifica è importante, come cambia la nostra vita e come fare a tenere alta la curiosità innata dei più giovani.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Ho presentato Amedeo Balbi al pubblico di Tom's Hardware in occasione della recensione del libro "Cercatori di meraviglia: storie di grandi scienziati curiosi del mondo", un eccellente testo scientifico che spiega – fra le altre cose – i motivi per i quali è importante avere un bagaglio culturale scientifico.

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Abbiamo voluto contattarlo e fargli qualche domanda perché la divulgazione scientifica è il motivo è alla base della nostra rubrica sui libri, perché riteniamo che nella nostra epoca dovrebbe ormai essere superata la posizione del ritenere inutile quello che non si capisce o non ha un'utilità immediata. E perché nel nostro Paese forse più che in altri la cultura scientifica è scarsa, il che significa che siamo indietro, ma al contempo che c'è un ampissimo margine di miglioramento: basta volerlo e non serve prendersi una laurea.

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A spiegarci come possiamo migliorare e perché ci pensa un astrofisico che lavora all'Università di Roma, e che ha lavorato alla University of California a Berkeley, al Fermilab di Chicago, all'Institute of Cosmology and Gravitation dell'università di Portsmouth, e al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. Nonostante il lavoro di ricercatore e l'insegnamento Balbi non snobba il contatto con il pubblico, anzi, partecipa a conferenze ed eventi per spiegare quanto sia meravigliosa la scienza, perché dovremmo interessarcene, e per rispondere alle domande della gente comune.

Cercatori di meraviglia. Storie di grandi scienziati e curiosi del mondo
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Ecco perché lo reputiamo la persona giusta per convincere anche i più scettici che aprire la mente è una mossa intelligente che può portare vantaggi non solo a noi, ma a tutti coloro che ci circondano.  

TH: Divulgazione scientifica: tanti la fanno, pochi la nominano e ne spiegano i motivi. Questo ho appezzato per prima cosa di Cercatori di meraviglia e vorrei che spiegasse ai nostri lettori cosa vuol dire avere una cultura scientifica, come cambiano le prospettive e la visione del mondo e in ultima analisi perché vale la pena investirci tempo.

Cambiano in molti modi. Intanto credo che cambi un po' l'atteggiamento generale nei confronti della realtà del mondo, di quello che si vede intorno a noi. La scienza è essenzialmente un metodo e questa è la cosa che secondo me andrebbe spiegata di più. Nel fare divulgazione credo che oltre a raccontare fatti e scoperte sia molto importante dare informazioni sul metodo, far capire che c'è un processo dietro alle scoperte e che questo processo è in un certo senso la parte importante e caratterizzante del metodo scientifico.

L'atteggiamento che c'è dietro al metodo scientifico è l'idea che se si fanno delle affermazioni su fenomeni naturali, quindi su cose che possono essere in qualche modo misurate, le osservazioni poi devono essere sottoposte al vaglio del metodo sperimentale. Sembra una cosa semplice, e più o meno tutti sanno che dietro alla scienza ci sono gli esperimenti, ma poi padroneggiarla e farla diventare pratica comune è molto più complicato.

Una volta imparato, questo metodo poi cambia anche l'atteggiamento nel resto della vita. Può passare di più delle semplici nozioni, può far parte del bagaglio culturale comune delle persone e portare a un atteggiamento diverso di fronte a quello che si vede intorno a noi.

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Questa è secondo me una delle cose che cambiano l'atteggiamento nei confronti della realtà. L'idea che tutte le ipotesi possono avere una dignità, ma alla fine quelle che sopravvivono sono quelle che escono indenni al vaglio della prova sperimentale.

L'altra ragione per fare divulgazione è che è evidente che viviamo sempre di più in una società che usa le scoperte scientifiche nella vita di tutti i giorni. Ci si trova spesso a fare scelte importanti per la società che sono imbevute di nozioni scientifiche o di idee che hanno a che fare con la scienza. Senza una bussola per orientarsi davanti a queste cose si rischia di prendere decisioni sbagliate che poi rallentano il progresso della società, anche per chi non è uno scienziato.

In ultimo c'è un discorso più generale di cultura e di piacere intellettuale dietro alla scienza. Io insisto molto sul fatto che la ragione per cui si fa scienza al di là dell'utilità pratica è una sete di meraviglia, una ricerca di spiegazioni di fenomeni che ci sorprendono e fondamentalmente un modo per assecondare le nostre curiosità naturali. Io credo che sapere un po' di scienza cambi anche il modo in cui ci poniamo davanti alla realtà perché ci fa capire che molte cose che diamo per scontato e molte idee che ci facciamo sul mondo sono sbagliate. Che la realtà è più complessa e che c'è una bellezza nel mondo naturale che è altrettanto appagante di quella che vediamo nelle riproduzione artistiche.