Mars One demolito dagli studenti del MIT: mancano soldi e tecnologie

Due studenti del MIT hanno affrontato il numero uno di Mars One e spiegato punto per punto dove il progetto fa acqua.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il progetto di Mars One per la creazione di colonie umane su Marte è irrealizzabile, parola di scienziati. L'idea della Fondazione Mars One è ormai bersaglio di un'ondata brutale di critiche. Dopo l'astronauta canadese Chris Hadfield che aveva espresso forti perplessità, gli stessi studenti del MIT che si erano schierati contro il progetto tornano alla carica armati fino ai denti.

MarsOne

È successo il 13 agosto, quando due di quegli studenti si sono trovati in un confronto faccia a faccia con il CEO di Mars One, Bas Lansdorp, durante un dibattito pubblico presso la Mars Society Conference. Lo scorso anno dopo avere fatto delle simulazioni si erano "limitati" a dire che i primi coloni di Marte rischieranno di morire di fame. Ora si sono presentati con una presentazione in PowerPoint di 27 slide che smonta uno per uno i pezzi del progetto.

I due studenti sono Sydney Do e Andrew Owens, e il primo fatto che hanno contestato è lo stanziamento di 6 miliardi di dollari per finanziare Mars One: è troppo basso e non sarà sufficiente per sostenere coloni marziani che avranno bisogno di una fornitura a vita di cibo e di risorse. Lansdorp rilancia ricordando forse l'aspetto più inquietante del suo progetto: ci saranno viaggi di sola andata, quindi non c'è bisogno di finanziare quelli di ritorno.

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Anche ammettendo che ai candidati questo stia bene, il problema è che i coloni dovranno essere mantenuti a vita, il che comporta l'invio continuo (almeno una missione ogni due anni) di acqua, cibo e pezzi di ricambio per i loro habitat e per le macchine di supporto vitale. Spedizioni che non sono a buon mercato. Almeno fino a quando non faranno coltivazioni in loco, che è ancora un argomento di ricerca scientifica.

Inoltre manca un piano tecnologico. Lansdorp tira in ballo il programma lunare Apollo come prova che il suo piano funzionerà, perché ricorda che la NASA non aveva un piano quando nel 1961 il Presidente Kennedy la incaricò di far atterrare un uomo sulla luna prima del 1970. La NASA fece tutto in otto anni. Vero, ma Do e Owens ribattono che Mars One esiste da quattro anni, non sta negoziando contratti per i veicoli spaziali, per gli ambienti in cui dovranno vivere i coloni, e per il supporto di cui avranno bisogno. Apollo aveva a disposizione scienziati del governo degli Stati Uniti e le casse statali.

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L'altro grande ostacolo è tecnologico. Gli studenti hanno dovuto dare atto a Lansdorp che Paragon (la società che ha in carico lo sviluppo dei sistemi di supporto per Mars One) ha le carte in regola per progettare le macchine di supporto vitale di cui i coloni avranno bisogno, tra cui l'aria respirabile. Barry Finger (ingegnere a capo di Paragon Space Development Corporation) però ha dovuto dare atto agli studenti su tutti gli altri punti, sottolineando che Mars One ha disperatamente bisogno di un appaltatore che sappia costruire satelliti, rover e habitat e tutto il resto di cui i coloni avranno bisogno.

Se volete seguire il dibattito dall'inizio alla fine potete guardare il video qui sotto.

Questa notizia è importante non tanto per i dettagli o per la curiosità che può suscitare Mars One, quanto perché è un parametro di misura importante per capire le difficoltà di una missione spaziale. Problemi con cui NASA, ESA e le maggiori agenzie spaziali del mondo si stanno scontrando e che stanno facendo fiorire centinaia di ricerche per trovare le soluzioni più funzionali ed economicamente sostenibili a una serie lunghissima di complicazioni legate a mandare l'uomo su Marte.

Dai propulsori alle astronavi, alle implicazioni sanitarie a quelle psicologiche, alla necessità di organizzare meticolosamente ogni aspetto del sostegno alla vita, compreso respirare. Per ciascuno ci vorranno Piani A e B, e magari anche quello C perché un aiuto dalla Terra impiegherebbe almeno 9 mesi ad arrivare, nella migliore delle ipotesi.

Colonizzare Marte è un sogno di molti, e personalmente non vedo l'ora che succeda. Ma non è un gioco, quindi trovo inquietante quando l'organizzatore dice che "è un progetto abbastanza folle che ci potrebbero essere sorprese positive", come per esempio "una telefonata da un miliardario che offre di finanziare la missione". E se non succede, ma i coloni sono già su Marte?