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Non hai ancora accettato le nuove condizioni di WhatsApp? Un focus sulla questione

Oggi i nostri consulenti legali ci aiutano a fare il punto sulle conseguenze elative all'accettare o meno le nuove condizioni generali di utilizzo di WhatsApp.

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Avatar di Redazione Diritto dell’Informatica

a cura di Redazione Diritto dell’Informatica

Pubblicato il 17/07/2021 alle 10:57

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Il panico ingenerato dall’annuncio - ormai di qualche mese fa - da parte di WhatsApp dell’imminente cambiamento delle condizioni generali di utilizzo ritorna grazie al BEUC
(Bureau Européen des Unions de Consommateurs), che ha da poco denunciato WhatsApp alla Commissione Europea per le presunte pressioni esercitate sugli utenti e per le condizioni di utilizzo del servizio ritenute troppo poco chiare.

Il tema è assai dibattuto e di notevole interesse, poiché l’app di messaggistica in oggetto rappresenta un mezzo di comunicazione quotidiano per innumerevoli utenti: cosa succede, quindi, se non si accetteranno le condizioni dettate?

In molti hanno optato per altri social, così da evitare direttamente di interrogarsi sull’accettare o meno, o semplicemente perché hanno reputato questa scelta più tutelante rispetto alle condizioni “offerte” da WhatsApp.

Ma andiamo a vedere cosa nel concreto cambierebbe e soprattutto quali sono i punti di maggiore criticità individuati dalla BEUC.

Rimane il fatto che, a detta di WhatsApp, gli utenti che decideranno di non accettare le nuove modifiche (in vigore dal 15 maggio 2021) non subiranno alcuna conseguenza e non verranno privati dei propri account.

Le rassicurazioni, però, non sembrano bastare e la questione è ancora lontana dal vedere la parola fine.

Cosa è successo a gennaio?

Il Garante della Privacy italiano, con nota del 14 gennaio scorso, rilevava come “dai termini di servizio e dalla nuova informativa non sia (n.d.r. è) possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio. Tale informativa non appare pertanto idonea a consentire agli utenti di WhatsApp la manifestazione di una volontà libera e consapevole”.

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Le affermazioni del Garante riassumono il fulcro della questione che ha iniziato a prendere piede nei primi mesi del 2021, quando l’annuncio delle nuove condizioni da parte di WhatsApp aveva scatenato reazioni di confusione e incertezza tra gli utilizzatori. La notizia è stata così incisiva che è stata – ed è tutt’ora – oggetto di un’indagine da parte delle autorità garanti per la protezione dei dati personali europee, che stanno verificando il grado di tutela offerta da WhatsApp nei confronti degli utenti alla luce delle nuove modifiche.

Le lamentele della BEUC

Dal gennaio di quest’anno alcune cose non sembrerebbero essere cambiate e ci si ritrova nuovamente a puntare il dito contro la scarsa chiarezza dei cambiamenti proposti da WhatsApp agli utenti.

La denuncia della BEUC si muove su due direttrici, che si intersecano tra di loro.

Da un lato abbiamo il focus sulla tutela dei consumatori, quindi degli utenti che utilizzano il servizio di WhatsApp per meri scopi personali. Dall’altro, invece, la tutela della privacy degli utilizzatori, già oggetto di separata istruttoria da parte delle autorità garanti europee.

Il direttore generale del BEUC ha affermato che “WhatsApp è stata deliberatamente vaga. Ecco perché chiediamo alle autorità di agire rapidamente contro WhatsApp per garantire il rispetto dei diritti dei consumatori”, mentre un portavoce di WhatsApp ha ribattuto dichiarando che  “l'azione di BEUC si basa su un fraintendimento dello scopo e dell'effetto dell'aggiornamento dei nostri termini di servizio. L'aggiornamento non espande la nostra capacità di condividere dati con Facebook e non influisce sulla privacy dei tuoi messaggi con amici o familiari, ovunque si trovino nel mondo”.

Secondo il BEUC sarebbero poco chiari, quindi, i termini delle modifiche: i nostri dati verranno trasferiti a Facebook per scopi commerciali? In che cosa consiste il cambiamento delle condizioni generali, se la non accettazione non comporterà conseguenze? Sono questi e tanti altri gli interrogativi ancora in sospeso, che WhatsApp si riserva di chiarire approfonditamente, se vi fosse bisogno.

Nonostante, infatti, il Regolamento UE 679/2016 sulla protezione dei dati personali tuteli gli utenti della “Regione Europea” è comunque lecito attendere spiegazioni in merito all’utilizzo dei dati che WhatsApp intende fare, anche con l’eventuale coinvolgimento di terzi soggetti.

WhatsApp Business : un’ipotesi particolare

Un esempio di criticità sulla tematica in oggetto è rappresentato dall’opzione WhatsApp Business: l’utente, nelle sue comunicazioni con aziende o brand, verrà profilato e quindi sarà oggetto “inconsapevole” di attività di marketing?

Sembrerebbe che in questo caso non si possa far affidamento sulle rassicurazioni di WhatsApp in termini di “riservatezza delle comunicazioni”, perché vi sarebbe l’ipotesi in cui i dati degli utilizzatori dell’app potrebbero non rimanere nell’esclusivo possesso di WhatsApp, ma diventare oggetto di trasferimenti per fini marketing/commerciali.

Ciò che spaventa maggiormente, però, è la poca consapevolezza a cui è esposto l’utente: se le informazioni sulle condizioni di utilizzo e sulle attività di trattamento dei dati sono poco chiare, l’utente può dirsi davvero informato?

La risposta della Commissione Europea

“La Commissione Europea nelle prossime settimane valuterà con attenzione tutti gli elementi presentati dal BEUC insieme alle autorità nazionali a tutela dei consumatori per valutare la necessità di ulteriori approfondimenti sulla questione e di un'eventuale azione coordinata come previsto dal regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC).” Queste le parole di un funzionario della Commissione Europea, che rappresentano – per il momento – l’ultimo aggiornamento sulla questione. Attualmente, quindi, WhatsApp sembra attaccata da più fronti e saranno le prossime settimane a chiarire meglio le conseguenze delle azioni portate avanti contro la quest’ultima.

Come fare per tutelarsi da informazioni poco chiare?

Sembra, quindi, che la storia non finisca qui e che le novità non stenteranno ad arrivare. Questo perché l’interesse riscosso dal tema farà in modo che si arrivi ad una conclusione definitiva della questione, in grado di far decidere consapevolmente l’utente sull’accettare o meno le condizioni offerte da WhatsApp. Non sempre, però, scelte di questo tipo sono facili da prendere, soprattutto se non si ha abbastanza esperienza nel settore.

Per evitare di prendere decisioni avventate, che molto spesso portano conseguenze anche assai delicate e che mettono a rischio i diritti degli utenti, è utile rivolgersi a chi ha fatto del…. Il suo fiore all’occhiello. Se anche tu nutri dei dubbi contatto il nostra partner Studio FCLEX, per richiedere una consulenza personalizzata sul tuo caso concreto.

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