Open Fiber ostacolata dagli amministratori di condominio

Fonti autorevoli hanno confermato a Tom's Hardware che Open Fiber sta incontrando difficoltà nel cablare in fibra i condomini anche a causa degli amministratori.

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a cura di Dario D'Elia

Lo sviluppo della rete in fibra (FTTH) in Italia è ostacolato non solo dalla burocrazia ma anche dagli amministratori di condominio. Lo sa bene Open Fiber, almeno secondo fonti autorevoli che hanno svelato a Tom's Hardware alcuni retroscena.

La mancanza di quadro normativo specifico ha fatto emergere numerose criticità nella fase di posa della fibra che dovrebbe raggiungere i singoli appartamenti. Si parla quindi dell'installazione del cosiddetto ROE (ripartitore ottico edificio) nelle vicinanze dei contatori elettrici e l'implementazione della fibra nei cavidotti del condominio per raggiungere le abitazioni.

ammnistratore

Con piglio dissennato si potrebbe parlare di una congiura degli amministratori di condominio, ma in verità si tratta solo di un comportamento legato ad obblighi di responsabilità. Un amministratore (legittimamente) potrebbe non essere a conoscenza dei progetti di rete di Open Fiber o altri operatori TLC. Alla richiesta di appuntamento per un intervento potrebbe dunque decidere di consultare i propri condomini e programmare una riunione. Una serie di passaggi che rallenta le operazioni di copertura sul territorio del progetto privato di OF e di quello legato ai bandi Infratel.

ROE
ROE

Nel caso in cui l'amministratore decidesse di fornire il nulla osta per le installazioni senza consultazione, potrebbe esporsi a eventuali proteste e nel peggiore dei casi a denunce. Com'è risaputo - e basta partecipare a una riunione di condominio per capirlo - non tutti i vicini di casa sono disponibili e aperti all'innovazione. In passato anche Sky si è dovuta confrontare con problemi di questo tipo, sebbene l'installazione della parabola condominiale nel tempo sia diventata gratuita nella maggior parte dei casi .

"Forse un accordo con ANACI, l'associazione nazionale degli amministratori condominiali e Immobiliari, potrebbe essere d'aiuto. In alcune città gli amministratori hanno negato gli interventi con percentuali bulgare", spiega la fonte che lavora in una società esterna a Open Fiber. "La gente non si fida, anche se gli interventi sono gratuiti e a basso impatto strutturale".

Qual è la prassi?

Oggi, secondo le fonti, si impiegano squadre territoriali che in sinergia con le aziende incaricate dei lavori inviano comunicazioni ai condomini, indicando successivamente gli orari di intervento per una prima ispezione. Dopodiché in un secondo momento si procede con i lavori di collegamento che variano a seconda delle criticità emerse. Una di queste riguarda gli amministratori, che complessivamente in almeno 3-4 casi su 10 si oppongono oppure condividono perplessità operative.

open fiber
L'architettura di Open Fiber

Fino a quando le autorità non affronteranno la questione con norme specifiche, gli unici rimedi sembrano essere legati alla ricerca di una maggiore collaborazione con le associazioni di categoria, come ad esempio Confabitare e Federcasa. La gratuità di ogni lavoro sta alimentando un timore diffuso ingiustificato. Inoltre il concetto di cablaggio in fibra (FTTH) non è molto chiaro agli amministratori e forse ai condomini: immaginano chissà quali lavori, quando invece nella maggior parte dei casi il posizionamento del punto di terminazione e la posa dei verticali non è invasivo.

Un dettaglio poi da non sottovalutare è che un immobile cablato in fibra è destinato ad acquisire un maggiore valore, rispetto ad altri dotati solo di ADSL o fibra al cabinet.

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A Ravenna, stando a quanto riportano alcuni residenti, Open Fiber starebbe sperimentando con l'aiuto del Comune vere e proprie assemblee pubbliche con gli amministratori per far comprendere ogni progetto.

Infine c'è un escamotage che pare funzionare in ogni città: è sufficiente che almeno un condomino faccia richiesta di attivazione del servizio affinché gli operatori possano godere della legittimazione a procedere con i lavori. Se da una parte mancano strumenti normativi per agevolare, non sussistono neanche quelli per bloccare e prevaricare i diritti del singolo utente.

La memoria comunque non può che correre agli anni '80 quando con il progetto Socrate di Telecom Italia ci si ritrovò di fronte a un problema analogo. Non esisistevano le tecniche di oggi e gli addetti ai lavori erano costretti a operazioni invasive per la posa della fibra. Gli amministratori e condomini imbufaliti si opponevano all'installazione delle condotte parallele a quelle del rame.

Da allora poco è cambiato sotto il profilo normativo. Da allora la fibra negli appartamenti è ancora un sogno. Anche se qualcosa si sta muovendo...