Photoshop solo in abbonamento per Microsoft è esagerato

Adobe ha deciso di abbandonare le tradizionali licenze e vendere il proprio software solo in abbonamento. Microsoft è sulla stessa strada, ma crede che sia meglio muoversi con più cautela.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Adobe ha deciso di passare definitivamente al cloud, e così la Creative Suite (CS) diventa Creative Cloud. Le applicazioni incluse si possono usare solo in abbonamento, e sparisce la classica licenza. Una svolta che per Microsoft anticipa troppo i tempi.

"Crediamo che il SaS sia il futuro" scrive Clint Patterson di Microsoft, ma anche "che ci vorrà del tempo". Almeno dieci anni, ma forse meno: "il cambiamento è più rapido di quanto pensassimo, e Adobe sta dando una valida spinta", continua infatti Patterson.

I vantaggi sono chiari per il cliente e per il produttore: applicazioni sempre aggiornate, salvataggio e backup online, accesso da dispositivi multipli e altro. E la sicurezza che ogni utente sia un cliente pagante: in altre parole, si sbatte la porta in faccia alla pirateria.

Per Adobe forse il software illegale è un problema più rilevante che per Microsoft, forse quest'ultima ha mezzi migliori per affrontare il problema, o forse ammortizza meglio le perdite. In ogni caso Adobe taglia la classica testa al toro, ma non per questo fa un torto ai propri clienti.

La nuova proposta è infatti piuttosto vantaggiosa per i professionisti. Il pacchetto più caro costa 50 euro al mese, mentre per la singola applicazione ne basteranno 20, e non mancano sconti speciali. Un investimento del tutto accettabile per chi con questi software ci lavora.

Per il fotografo, per chi fa impaginazione e altri, la richiesta di Adobe sembra del tutto ragionevole. Potrebbe restarci male l'amatore, che magari si diletta con la CS nel tempo libero senza guadagnarci: molti di questi sono stati dei pirati, ma per il futuro dovranno cambiare atteggiamento, o usare prodotti di altri marchi.