Qualcomm Zeroth, il processore fatto come il cervello

Tra le prossime frontiere hi-tech c'è anche la realizzazione di microchip fatti come il cervello.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Qualcomm è quasi pronta con gli Zeroth, i microchip ispirati al cervello; sono basati cioè su una struttura che riprende quella dei collegamenti neurali nonché la capacità di apprendere in modo autonomo a partire da informazioni ridotte. L'azienda si così quindi in competizione con IBM, Google e altri colossi al lavoro sullo stesso tipo di ricerca.

Più precisamente, Qualcomm propone di abbandonare l'architettura di Von Neumann – che prevede un'area per la memoria e una per l'elaborazione – in favore di una "cerebrale", modellata cioè sulla struttura neurale e quindi basata su un altissimo livello di parallelismo.

Seguendo tale approccio nascono i processori NPU (Neural Processing Units) di Qualcomm, caratterizzati appunto da grande parallelismo, riprogrammabilità, e capacità di eseguire attività cognitive come la classificazione o la previsione. "Stiamo parlando di scala, di renderlo una piattaforma" ha affermato Matt Grob, direttore tecnico di Qualcomm, aggiungendo poi che "usa davvero strutture fisiche derivate da veri neuroni – parallele e distribuite".

I chip Zeroth devono il proprio nome allo scrittore Isaac Asimov, e per il momento Qualcomm ha creato un prototipo per mostrarne il funzionamento. Si tratta di un robot che può imparare come comportarsi usando input ridottissimi da parte degli umani: nel caso specifico, basta dirgli "bravo robot" per fargli capire che ha fatto una cosa nel modo giusto e lui cercherà di continuare su quella strada – nel caso specifico muoversi sulle mattonelle bianche di un pavimento.

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"La novità", continua Grob, "è la possibilità d'inserire un gran numero di queste strutture nel chip. Possiamo creare strumenti molto sofisticati. La promessa è una macchina che può imparare e si può programmare senza software", ma nello stesso modo in cui insegniamo le cose ai nostri ragazzi.

Entro l'anno prossimo Qualcomm sarà pronta a fornire i chip Zeroth ai propri partner, che potranno usarli per realizzare dispositivi di ogni genere. Telefoni, computer, automobili, elettrodomestici e così via diventeranno più intelligenti e potranno imparare sempre meglio che cosa vogliamo da loro.

I Qualcomm Zeroth portano con sé due domande su cui discutere: saremo capaci di non annoiare queste macchine intelligentissime? E l'idea di programmazione senza software non è una minaccia a chi fa proprio il programmatore?