Rimozione Costa Concordia, l'algoritmo vincente dell'Italia

Emilio Campana di INSEAN CNR ci spiega i retroscena e le tecnologie usate per il recupero del relitto.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'operazione di rotazione della Costa Concordia sì è conclusa questa notte alle 4, quando il relitto ha completato la rotazione di 65 gradi che l'ha riallineata, risollevando la parte che era rimasta sommersa dopo il naufragio del 13 gennaio 2012, durante il funesto "inchino" davanti all'Isola del Giglio. Era bastata poco più di un'ora per affondare, ci sono volute 19 ore di lavoro ininterrotto, una squadra di oltre 500 persone di 24 nazionalità diverse e 600 milioni di euro per riportarla in asse, adagiata su un fondo artificiale a una trentina di metri di profondità.

Un successo italiano, come hanno sottolineato il Presidente del Consiglio Letta e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il primo a dare la notizia mentre al porto suonavano le navi in festa.

Costa Concordia

L'attenzione di tutto il mondo era puntata sull'Isola del Giglio ieri, dove si tentava un'impresa che qualcuno aveva etichettato come una pazzia, e invece ha funzionato senza intoppi. A idearlo sono stati gli "11 uomini d'oro", come li ha battezzati Gabrielli. In prima fila c'è Nick Sloane, responsabile esperto in manovre di recupero che ha dato il via alle operazioni.

Due piloti di Rov (Tom Brown e Mauro Stasi) il progettista Tullio Balestra e l'ingegnere informatico David Fieuw hanno realizzato il sistema di monitoraggio della nave. Gli ingegneri specializzati nel funzionamento dei martinetti idraulici e ingegneri elettronici Mario Scaglioni, Jorg den Decker, Ben Lemeire, Giovanni Gabrielli, Paolo Cremonini e la tedesca Inken Fruehling. Un architetto di 29 anni insieme a due suoi connazionali e colleghi di lavoro Tim Habekost e Jonathan Huth si è invece occupato dei sistemi di controllo della zavorra della Concordia.

Il merito va anche all'incredibile lavoro di squadra fra enti pubblici e privati, in una sinergia che in Italia non avviene così spesso, ma evidentemente porta ottimi frutti. In prima linea l'azienda italiana Titan-Micoperi, incaricata dell'operazione di recupero. Non è poi da dimenticare il prezioso contributo del CNR, (Consiglio Nazionale delle Ricerche), sia con la parte del meteo sia con il prezioso contributo scientifico. Alla fine del recupero Sloan ha dichiarato: "se pensiamo a tutto quello che c'era dentro questo progetto, tra elettronica e acciaio, realizzi che pochi Paesi al mondo avrebbero potuto mettere insieme in così poco tempo un'operazione così vasta".

La cronaca

La cronaca l'abbiamo seguita tutti in diretta: l'operazione di parbuckling è iniziata alle 9 del mattino, con una prima fase che contava sulla spinta di due cassoni (blister tanks) sistemati sulla prua, che avevano il compito di disincagliare il relitto dalle rocce. A questo punto sono entrati in gioco 36 cavi, azionati da martinetti idraulici, che dovevano far ruotare il relitto fino a 40 gradi di inclinazione. Nella terza e ultima fase sono subentrati gli 11 cassoni posti sulla murata sinistra della nave, quella che era rimasta fuori dall'acqua, e che sono stati riempiti d’acqua per fare da contrappeso e terminare la rotazione, in modo che il relitto fosse adagiato sul falso fondale.

Costa Concordia

Quanto alla scansione temporale, in dodici ore la nave ha ruotato di 13 gradi. A mezzanotte aveva raggiunto i 24 gradi entrando nella fase finale, quando gli esperti della Titan-Micoperi hanno aperto le valvole per riempire di acqua i cassoni. Poco dopo le tre di questa notte erano stati superati i 35 gradi, poi è stato tutto più veloce. Potete vedere il timelapse dell'operazione nel riassunto di 90 secondi pubblicato da Repubblica.it.

Per capire meglio i retroscena di questo successo, nonché quello che accadrà nei prossimi mesi, abbiamo contatto il dottor Emilio Campana, direttore di INSEAN CNR, l'Istituto di Ricerca italiano nel settore dell'ingegneria navale e marittima nell'ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Dipartimento Energia e Trasporti.