Il precedente c'è: Pearl Harbor

Emilio Campana di INSEAN CNR ci spiega i retroscena e le tecnologie usate per il recupero del relitto.

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a cura di Elena Re Garbagnati

TH: È già stata tentata in passato un'operazione simile al parbuckling della Costa Concordia, e se sì cos'ha di speciale questo recupero rispetto alle precedenti?

"L'operazione più simile a quella tentata ieri risale al 1943, a Pearl Harbor con la USS Oklahoma. Era finora la nave più grande che è stata ruotata e rimessa in asse. Normalmente queste operazioni di recupero di relitti avvengono perché la nave si è spiaggiata da qualche parte, ossia si è arenata ma non è capovolta. Anche in questo caso la nave si danneggia per vari motivi, principalmente perché è costruita per galleggiare, non per sostenere il suo stesso peso, quindi quando si appoggia le strutture cedono.

Quando una nave invece si capovolge com'è accaduto alla Costa Concordia è molto difficile recuperarla dal fondale. Prima di tutto è inusuale che una nave di questa dimensione si capovolga in prossimità della costa, di solito avviene in mare aperto.  Il fatto che sia naufragata vicina alla costa accomuna la Concordia all' episodio di Pearl Harbor che abbiamo citato.

I rischi  non mancano anche nelle prossime fasi

In quel caso però la nave era più piccola, e questo fa la differenza. Il meccanismo di rimozione era simile, ma i dettagli sono diversi perché in quel caso erano stati impiegati grandi cavi in tensione che avevano tirato la nave verso terra, invece dei martinetti idraualici. Questi ultimi sono strumenti molto noti nell'ingegneria e servono a fare lavori di grandi dimensioni. Basti pensare che il tiro al momento massimo era di 10mila tonnellate.

Oltre tutto la nave di Pearl Harbour affondò durante il trasferimento  - operazione che potrebbe seguire gli stessi passaggi con la Concordia. Probabilmente le condizioni meteo marine non erano favorevoli, anche perché lì ci si trovava nell'Oceano. Qui le condizioni possono essere controllate e note con grande accuratezza e quindi dovrebbe essere meno pericoloso. Tuttavia l'operazione si spostamento della nave in un porto adesso è l'altro grande tema.

Non solo per la scelta del porto più vicino, ma per la competizione fra i porti, perché si creeranno migliaia di posti di lavoro per lo smantellamento del relitto."

Il precedente a Pearl Harbor

TH: Fra quanto approssimativamente dovrebbe iniziare la fase di trasferimento al porto di destinazione?

"Non prima della prossima primavera. Sia perché le condizioni meteo marine al momento non consentono di svolgere questa operazione. Sia perché ci sono delle operazioni da fare prima di spostare il relitto. Prima c'è la saldatura degli squarci provocati dall'impatto, poi bisogna saldare sulla murata emersa i cassoni esterni che sono stati riempiti d'acqua per consentire alla Concordia di terminare la rotazione.  Erano già stati saldati sulla murata sinistra che era quella disponibile prima del parbuckling, adesso bisogna svolgere la stessa operazione sull'altra murata, che era appoggiata sul fondo. Però è il lato fortemente danneggiato. Per prima cosa quindi bisogna ricostruire l'integrità strutturale sulla murata destra, quindi saldarvi i cassoni e a quel punto procedere con il trasferimento, per il quale saranno necessarie condizioni meteo ottime per qualche giorno."

TH: Anche i questo caso ci sono rischi?       

"Il rischio è che la nave affondi. Può affondare per molti motivi, il più importante fra gli altri è che la nave ceda strutturalmente e si spezzi."