Rosetta: tracce di molecole organiche sulla cometa 67P

I primi dati sulla cometa 67P tracciano la presenza di molecole organiche e di una superficie dura come il ghiaccio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ci sono tracce di molecole organiche. È questa la notizia più rilevante che emerge da un primo esame dei dati provenienti dal lander Philae, che è ancorato alla cometa e che ha tentato di bucarne la superficie. "Siamo sulla buona strada per avere una maggiore comprensione delle comete" ha commentato a caldo il direttore scientifico del progetto Ekkehard Kuhrt. "Le caratteristiche della superficie sembrano molto diverse da quanto pensassimo".

La seconda informazione importante che arriva dal centro di controllo del lander a Colonia, riguarda l'analisi del suolo: ha una temperatura di oltre 150 gradi sotto zero ed è molto più duro di quanto gli scienziati avessero previsto. L'ha scoperto a sue spese lo strumento MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science), che ha provato a martellare la superficie nelle tre modalità disponibili, per poi attivarne una quarta che era stata tenuta di riserva solo per le emergenze.

Philae cometa

Lander Philae sulla cometa 67P - ricostruzione grafica

Proprio i dettagli relativi a quest'ultimo passaggio hanno scatenato l'ilarità dei fan su Twitter. Oltre al Mode 1, Mode 2 e Mode 3 infatti, il progettista Jerzy Grygorczuk aveva previsto una quarta modalità battezzandola "desperate". Il nome è esplicativo: doveva essere usata solo se la situazione fosse davvero disperata, com'è apparsa dopo i primi tentativi di frantumare il terreno e con pochissimo tempo a disposizione prima che le batterie si esaurissero. In sette minuti il portentoso martello si è rotto.

Quello che si è appurato è che sotto a 10-20 centimetri di polvere che avvolge la superficie c'è uno strato compatto. "Se confrontiamo i dati con le misure in laboratorio, pensiamo che la sonda abbia incontrato una superficie con una durezza paragonabile a quella del ghiaccio solido" ha dichiarato Tilman Spohn, responsabile di MUPUS, che ha aggiunto: "la superficie è dura come il ghiaccio, non soffice come si pensava".

philae

Gli strumenti di Philae

Anche gli esperimenti elettrici e acustici condotti con gli strumenti di Philae confermano che la cometa non è così morbida e soffice come si credeva. Lo strumento SESAME (Surface Electrical, Seismic and Acoustic Monitoring Experiment), che aveva il compito di studiare gli strati superficiali attraverso la propagazione delle onde sonore, ha infatti rilevato che la superficie sotto al lander potrebbe essere un enorme blocco di ghiaccio, che in profondità probabilmente diventa più poroso, per dare al nucleo quella bassa densità calcolata dagli strumenti dell'orbiter Rosetta.

Dove MUPUS ha fallito potrebbe avere avuto successo il trapano SD2, che ha perforato la superficie per circa 25 centimetri e ha completato la procedura per portare nel laboratorio interno il campione da analizzare. Al momento tuttavia non è chiaro se il campione sia stato davvero raccolto e se sia stato esaminato dalle strumentazioni di bordo.

67P

Foto ravvicinata della cometa 67P

A trovare le molecole organiche non sono stati gli strumenti di penetrazione del suolo, ma COSAC (COmetary SAmpling and Composition), l'analizzatore di gas che è riuscito ad "annusare l'atmosfera e a individuare le prime molecole organiche" poco dopo l'atterraggio sulla cometa. Ovviamente il lavoro di analisi è appena iniziato e si attende la pubblicazione ufficiale dei primi dati. Intanto "l'analisi degli spettri e l'identificazione delle molecole continua", precisa il team. Come avevano anticipato gli scienziati il 14 novembre scorso, ci sono abbastanza informazioni per dar da lavorare per uno o due anni, quindi siamo solo all'inizio.

Anche perché il lander dovrebbe presto risvegliarsi: il project manager Stephan Ulamec ha ribadito che Philae potrà rientrare in contatto quando la cometa sarà più vicina al Sole "e sarà in grado di utilizzare di nuovo gli strumenti". Per potersi assicurare questa possibilità gli scienziati hanno fatto ruotare il lander e hanno orientato i pannelli fotovoltaici nella maniera più corretta.

L'appuntamento probabilmente sarà per maggio 2015, quando "le temperature sulla cometa potrebbero permettere alla batteria di Philae di ricaricarsi". Intanto grazie.