Russia e Stati Uniti insieme alla conquista di Venere?

Forse entro una decina d'anni l'uomo tornerà su Venere per capire meglio come funziona la sua atmosfera e se c'è possibilità della presenza di forme di vita.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Sembra che Russia e Stati Uniti stiano lavorando insieme per l'invio su Venere della missione Venera-D costituita da un orbiter e da un lander che atterrerà sul Pianeta di fuoco e ghiaccio. L'obiettivo è quello di indagare alcuni dei più grandi misteri del pianeta, tra cui la possibilità che esistano forme di vita.

Stando a quanto dichiarato da David Senske del Jet Propulsion Laboratory della NASA, un gruppo di scienziati statunitensi e russi sta lavorando alla stesura dei principali obiettivi della missione, e consegnerà la sua relazione finale entro fine mese alla NASA e alla Russian Academy of Sciences' Space Research Institute.

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In una intervista con Space.com ha spiegato che non è ancora una missione che sta per spiccare il volo, "ma ci stiamo arrivando". In particolare, Venera-D è un progetto guidato dalla Russia, che sta lavorando al suo sviluppo da oltre un decennio. La missione dovrebbe segnare un ritorno della grande potenza su un pianeta che non le è del tutto sconosciuto. Ricordiamo infatti i programmi Venera (che è il nome russo per Venere) e Vega intrapresi dall'allora Unione Sovietica fra il 1960 e la metà degli anni 1980. "La Russia è sempre stata interessata a tornare su Venere" ha spiegato Senske che coordina la ricerca, e la NASA è stata coinvolta circa tre anni fa, quando la Russia ha chiesto se l'agenzia spaziale statunitense sarebbe stata interessata a collaborare alla missione.

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Una foto scattata durante la missione Venera 13

La collaborazione iniziò, ma venne bloccata in seguito all'annessione della Crimea da parte della Russia, a marzo 2014, quando gli Stati Uniti invitarono la NASA a sospendere le collaborazioni con Roscosmos, l'agenzia spaziale federale russa (con l'eccezione delle attività relative alla Stazione Spaziale Internazionale). Riprese ad agosto 2015 e da allora si sono tenuti una serie di incontri.

Venera-D è un progetto molto complesso, perché nelle intenzioni si tratta di una missione su larga scala, paragonabile come portata a quella del rover Curiosity della NASA. Richiede un orbiter che studierà Venere dall'alto per almeno tre anni, più un lander che opererà per un paio d'ore sulla superficie del pianeta.

Per saperne di più su Venere: Venere come meta per l'Uomo, terra di fuoco e ghiaccio

Gli scienziati che stanno pianificando la missione spiegano che in origine speravano che il rover sopravvivesse per 30 giorni, e per questo il nome includeva la lettera "D" di "dolgozhivushaya", che in russo significa "lunga durata". L'obiettivo tuttavia è stato valutato troppo difficile e costoso, date le temperature sulla superficie di Venere, e quindi è stato ridimensionato.

I dati raccolti dalla sonda orbitante dovrebbero aiutare gli scienziati a capire meglio la composizione, la struttura e la dinamica dell'atmosfera di Venere, compresi i motivi per i quali i venti su Venere soffiano molto più velocemente rispetto alla rotazione del Pianeta, con un misterioso fenomeno noto come super-rotazione.

Il lander invece dovrebbe collezionare ulteriori informazioni atmosferiche durante la discesa, per studiare la composizione e la morfologia della superficie di Venere dopo aver toccato il suolo.

Venera-D potrebbe inoltre prevedere altri componenti. Fra le idee in discussione ci sono stazioni di terra per raccogliere dati sulla di superficie per un mese, e un piccolo aereo senza equipaggio alimentato a energia solare.

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Com'è noto la superficie di Venere è troppo calda per sostenere la vita come noi la conosciamo, in compenso le temperature sono più ospitali ad una altitudine di circa 50 chilometri, tanto che in passato la NASA stava rivalutando l'esplorazione di Venere e la permanenza usando dirigibili a questa quota. Inoltre, l'atmosfera del pianeta presenta misteriose striature scure che secondo alcuni astronomi potrebbero costituire segni di vita microbica. Ecco perché l'UAV potrebbe studiare questa possibilità e campionare l'aria durante il volo.

Gli ingegneri avrebbero anche già pensato a come costruire un aeromobile simile. L'azienda aerospaziale statunitense Northrop Grumman e la L'Garde Inc. sono state incaricate diversi anni fa di condurre ricerche per un veicolo Venus Atmospheric Maneuverable Platform.

Crediti Northrop Grumman

Crediti: Northrop Grumman

Al momento è troppo presto per sapere esattamente come sarà Venera-D, che cosa farà o quando partirà. Se dovesse passare la linea "aggressiva" si potrebbe ipotizzare un decollo nel 2025 o 2026, ma secondo Senske "dipende da quando i russi possono inserire questo progetto nel loro bilancio federale", e aggiungeremmo che lo stesso vale per gli USA.

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Ci sono tuttavia alcuni punti già noti. Per esempio, la Russia costruirà l'orbiter e il lander, e Venera-D sarà lanciata a bordo di un razzo russo Angara A5 in fase di sviluppo. Se la NASA restasse coinvolta nella missione probabilmente contribuirà con oggetti più piccoli, come i singoli strumenti scientifici.

Insomma, secondo Senske "la Russia sarà sicuramente al posto di guida e la NASA sarà il partner più giovane". Che ne dite?