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a cura di Alessandro Crea

Il consiglio comunale della città di Seattle ha approvato la cosiddetta "Amazon Tax", sebbene il lungo braccio di ferro con alcune lobby e col colosso stesso, che ha minacciato di limitare lo sviluppo nella propria città natale, abbiano portato alla fine all'approvazione di una versione più limitata della tassa originariamente prevista sulle grandi aziende.

Lo scopo della tassa è quello di finanziare alloggi a prezzi accessibili e servizi per i senza fissa dimora in una città in cui il boom economico, trainato in gran parte proprio da Amazon, ha avuto un prezzo molto alto, spingendo molti residenti ad abbandonare la città e riducendo altri per strada.

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Nonostante questo Amazon ha espresso comunque il proprio disappunto, minacciando di bloccare per protesta due grandi progetti di sviluppo in città, che prevedevano la realizzazione di due nuovi palazzi e 50mila posti di lavoro. Drew Herdener, vice presidente di Amazon, ha anche sottolineato come la crescita delle entrate della città abbia di fatto superato quella della popolazione: ''La città non ha un problema di entrate, il problema è l'efficienza della spesa'', ha affermato, ribaltando in un certo senso sul comune la responsabilità della situazione attuale.

Inizialmente il provvedimento prevedeva un'imposta di 500 dollari l'anno per ogni dipendente di un'azienda che realizza almeno 20 milioni di ricavi annuali. La somma è stata poi ridotta a 275 dollari, con la cifra complessiva da raccogliere che è quindi passata da 75 a 50 milioni di dollari, da spendere per far fronte all'emergenza dei senzatetto.

Il provvedimento comunque non è ancora definitivo: nonostante infatti il consiglio comunale abbia votato unanimemente, promuovendo il provvedimento con 9 voti a 0, la palla passa ora al sindaco Jenny Durkan, che ha già espresso perplessità sulla misura, riservandosi il diritto di veto.

AGGIORNAMENTO

Amazon ha deciso di riprendere nonostante tutto la realizzazione del secondo palazzo della nuova sede, che aveva minacciato di sospendere come ritorsione nei confronti del comune di Seattle.