Siti pirata sequestrati: prima blocco IP, adesso blocco DNS

La maxi-operazione antipirateria della settimana scorsa subisce un duro colpo: i siti web adesso hanno solo il blocco DNS. Ormai l'unica strategia rimane quella di bloccare i ritorni pubblicitari.

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a cura di Dario D'Elia

Ricordate la maxi-operazione antipirateria della settimana scorsa? Bene, pare che i 46 siti bloccati siano nuovamente accessibili tramite alcuni operatori. Stando a quanto riporta Repubblica pare che la Guardia di Finanza sia stata costretta a compiere un passo indietro per un piccolo problema tecnico.

Con il blocco degli indirizzi IP si rischiava di censurare non solo i siti pirata ma tutti gli altri regolari che facevano riferimento allo stesso codice numerico. Ecco quindi la decisione di richiamare tutti gli operatori e trovare un compromesso. Alcuni hanno sbloccato del tutto, altri hanno sbloccato, altri hanno attuato un blocco DNS – che gli utenti più scafati sanno aggirare facilmente.

Insomma siamo di fronte a uno dei punti nevralgici della normativa antipirateria vigente. Prova ne sia che gli inquirenti, ma anche le associazioni di categoria, hanno ormai capito che bisognerebbe intervenire sui flussi di denaro.

"I siti pirata di contenuti audiovisivi non sono creati per la passione del cinema. Si reggono sul numero milionario di click che ricevono giornalmente che sono un'ottima base per fare pubblicità diretta a decine di milioni di persone", ha spiegato Il Comandante Paolo Occhipinti del Nucleo Speciale GdF per la Radiodiffusione e l'Editoria. "Nel momento in cui si interrompe il flusso della pubblicità si interrompe anche il flusso di denaro".

AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) e UNIVIDEO (Unione Italiana Editoria Audiovisiva - Media Digitali e Online) concordano.

Come agire quindi? Basterebbe "responsabilizzare" gli inserzionisti e le società che si occupano di gestire le campagne online. Chiusi i rubinetti, chiuderebbe la maggioranza dei siti.