Sky Q in Italia nel 2017 e 7 miliardi di investimenti

Sky è pronta a investire in Italia 7 miliardi di euro. Nel 2017 arriveranno i decoder e servizi Sky Q, già presentati in Gran Bretagna.

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a cura di Dario D'Elia

Sky Q, il super decoder che è appena sbarcato in Gran Bretagna, arriverà in Italia nel 2017. L'ha confermato l'AD Andrea Zappia in una lunga intervista a La Repubblica. "Nel 2017 arriverà in Italia lo Sky Q, un decoder che è un Home Gateway che permetterà di ricevere più segnali contemporaneamente e di ritrasmetterli su altri box, di trasferire le registrazioni sul tablet, o iniziare un film in sala e finirlo in camera da letto", ha dichiarato.

sky q
Sky Q

La nuova linea di decoder, di cui abbiamo già anticipato le caratteristiche a febbraio, è solo una componente della strategia di sviluppo di Sky. Dopo il consolidamento delle filiali europee con Gran Bretagna, Germania, Italia, Irlanda e Austria sotto un'unica struttura è stato possibile "accelerare il processo degli investimenti sia in produzioni originali sia in innovazione e tecnologia".

"Nel complesso, nei prossimi quattro anni, saremo in grado di investire quasi 7 miliardi di euro in Italia che andranno a stimolare anche tutta la catena dell'indotto fatta di tante piccole e medie imprese giovani e creative. Chiediamo solo un mercato con regole chiare, certe e uguali per tutti", dice Zappia.

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Andrea Zappia, AD di Sky Italia

L'idea è quella di raddoppiare le produzioni originali, fino ad arrivare fra qualche anno a una novità al mese tra domestiche ed europee. "L'Italia può diventare una sorta di Hollywood europea, dopo Gomorra venduta in 120 paesi ora arriverà Gomorra 2. The Young Pope, coprodotto con gli americani di HBO e i francesi di Canal Plus, metterà in campo il talento di Sorrentino con la bravura e l'esperienza di attori come Jude Law e Diane Keaton. Per il pubblico italiano stiamo finendo una serie molto divertente con Corrado Guzzanti", prosegue il numero uno di Sky Italia.

Il tema più caldo però è quello della competizione nel segmento pay TV. C'è da chiedersi se in Italia ci sia spazio per due operatori. "Dovunque stiamo assistendo a fenomeni di concentrazione, come gli accordi in Francia tra Canal Plus e BeIn, in Spagna tra Digital Plus ancora con BeIn. Noi siamo stati i primi a creare una piattaforma europea e troviamo normale che altri facciano qualcosa di simile", spiega Zappia. "Questa industria ha bisogno di dimensione, senza economie di scala è difficile creare contenuti e investimenti. Detto questo lo scenario in Italia ha ancora ampi spazi di crescita e continuiamo a operare pensando di avere un concorrente nella pay TV".