Spazzini geolocalizzati a Palermo per migliorare la raccolta

L'azienda palermitana per la raccolta rifiuti vorrebbe introdurre la geolocalizzazione per i propri mezzi. Dubbi sulla privacy da parte dei sindacati.

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a cura di Alessandro Crea

A Palermo stanno pensando agli spazzini 2.0 o, per meglio dire, a un intero sistema di raccolta rifiuti e pulizia delle strade di nuova concezione, in cui il GPS svolge un ruolo di primo piano.

Dopo le proteste di numerosi cittadini per la scarsa pulizia delle strade, che ha costretto il Comune a fare una lavata di testa ai vertici, la RAP (Risorse Ambientali Palermo) ha reso noto di aver in mente un progetto per distribuire meglio le proprie risorse sul territorio. Due i provvedimenti più importanti: passare dalle zone ai percorsi per quanto riguarda la pulizia delle strade e geo-referenziare il parco mezzi.

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Secondo il RAP infatti in questo modo sarebbe possibile - tramite una sala operativa che in tempo reale mostrerà la mappa di tutti i mezzi - raggiungere un maggior livello di efficienza del servizio.  "Se da una strada arriva una segnalazione di disservizio, grazie al database associato alla geo-referenziazione, saremo subito in grado di capire chi doveva pulirla e se l'addetto in effetti c'è andato", spiega Roberto Dolce, Presidente del consiglio di amministrazione.

Che aggiunge: "Nessun controllo satellitare sugli spazzini ma geolocalizzazione dei mezzi, dei cassonetti, dei cestini gettacarte e delle campane del vetro. Ciò consentirà di avere un'efficienza dei servizi e un controllo tecnico e costante sulla funzionalità dei mezzi aziendali, ottimizzando anche l'impiego delle risorse umane, favorendo in tal modo il processo di modernizzazione connesso all'economia circolare sui rifiuti -come già attuata in altre realtà cittadine d'Italia".

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Prima di riuscire a implementare queste novità però, la RAP dovrà probabilmente fare i conti con la propria situazione societaria, visto che secondo la FIT-CISL Ambiente l'azienda è a rischio fallimento. Il nostro Paese purtroppo paga come sempre dazio a cascami burocratici, lentezze e malfunzionamenti endemici di amministrazioni pubbliche e private e ogni tentativo di svecchiamento attraverso la tecnologia si scontra inevitabilmente con una realtà assai complessa.

Sebbene in un campo molto diverso, ne sa sicuramente qualcosa Diego Piacentini. L'ex manager di Amazon nominato Commissario digitale dal Governo italiano nel tentativo di svecchiare il nostro apparato burocratico e infatti incappato lui stesso di recente in una delle nostre trappole burocratiche.