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a cura di Dario D'Elia

Spotify ha denunciato Apple alla Commissione UE per la violazione delle norme sulla concorrenza. Oggi il fondatore della nota piattaforma di streaming musicale, Daniel Ek, spiega in un lungo post sul sito ufficiale che negli ultimi anni Apple ha introdotto una serie di regole sull'App Store che "limitano di proposito la scelta e soffocano l'innovazione a spese dell'esperienza utente".

L'accusa essenzialmente è di agire "sia da giocatore che da arbitro" con l'obiettivo di svantaggiare gli sviluppatori. Ek sottolinea che ogni tentativo di dirimere la questione con Apple è stato vano - la questione è esplosa nel 2016 - quindi l'unica possibilità non poteva che essere di rivolgersi all'antitrust.

Com'è risaputo Apple non solo dispone delle sue app e servizi, ma possiede il sistema operativo iOS e l'App Store che assicura l'approvvigionamento a miliardi di utenti nel mondo. Un po' come avere una catena di supermercati, venderci i propri prodotti e gestire le forniture terze. Nulla di male se non fosse che, come spiega Daniel Ek, Apple richiede a Spotify e altri servizi il 30% su ogni abbonamento o acquisto – compreso l'eventuale passaggio dalla versione gratuita a Premium.

"Se pagassimo questa tassa, ci obbligherebbe a gonfiare artificialmente il prezzo del nostro abbonamento Premium ben al di sopra del prezzo di Apple Music. E per mantenere il nostro prezzo competitivo per i nostri clienti, non è qualcosa che possiamo fare", sostiene il dirigente.

"In alternativa, se decidiamo di non utilizzare il sistema di pagamento di Apple, rinunciando al pagamento, Apple applica una serie di restrizioni tecniche e limitanti per l'esperienza su Spotify". Fra queste si parla delle limitazioni delle comunicazioni verso il cliente, come ad esempio l'impossibilità di mandare mail a quelli Apple. Oppure azioni ben più gravi come il blocco degli aggiornamenti o l'esclusione dalla possibilità di supportare Siri, HomePod e Apple Watch.

"Non stiamo cercando un trattamento speciale. Vogliamo semplicemente lo stesso trattamento di numerose altre app sull'App Store, come Uber o Deliveroo, che non sono soggette alla tassa Apple e quindi non hanno le stesse restrizioni", sottolinea Ek. Apple ovviamente la pensa diversamente e sostiene di non violare alcuna norma.

Le richieste alla Commissione UE quindi sono:

  • Le app dovrebbero essere in grado di competere in modo equo nel merito e non in base a chi possiede l'App Store. Tutti dovrebbero essere soggetti alle stesse regole e restrizioni, inclusa Apple Music.
  • I consumatori dovrebbero avere una vera scelta di sistemi di pagamento e non essere "bloccati" o costretti a utilizzare sistemi con tariffe discriminatorie come quella di Apple.
  • Gli app store non dovrebbero essere autorizzati a controllare le comunicazioni tra i servizi e gli utenti, inclusa l'introduzione di restrizioni sleali al marketing e promozioni a vantaggio dei consumatori.

"Vorrei essere chiaro che questo non è un problema di Spotify contro Apple. Vogliamo le stesse regole eque per le aziende giovani e meno giovani, grandi e piccole. Si tratta di sostenere e coltivare l'ecosistema sano che ha reso le nostre due società di successo in primo luogo", ha concluso il fondatore di Spotify.

Il problema di scegliere tra Apple Music e Spotify sugli speaker Sonos non si pone: potete usare entrambi sul piccolo One.