Twitter ieri è vistosamente crollato in Borsa, confermando quello che già sapevano tutti: forse è davvero un bluff. Ha perso il 22% perché nell'ultimo trimestre 2013 ha acquisito solo 9 milioni di nuovi utenti. In verità, gli analisti potrebbero decidere a tavolino obiettivi mancati di ogni genere perché persino il ritorni pubblicitari sono sproporzionati rispetto agli altri settori.
Twitter Go!
È come se nel mondo Twitter fosse tutto sopravvalutato e quindi terreno di conquista per la speculazione. Primo giorno in Borsa? Apre a 26 dollari e chiude a 45 dollari, senza apparente motivo. Incrementa la base di audience del 3,8% nel trimestre, ma non è abbastanza perché in quello precedente aveva registrato un +6,4%. Fattura 243 milioni di dollari (+116%) ma non basta perché le operazioni di aggiornamento e consultazione dei cinguettii sono passate da 159 milioni a 148 milioni a trimestre.
È la coperta di Linus della speculazione finanziaria. Se a Wall Street è una giornata di magra c'è la new-new economy che non aspetta altro di essere maltrattata. Facebook forse è più maturo, trasversale e con una massa critica in espansione decisamente più interessante per gli inserzionisti. Twitter si rivolge a meno persone, fa la felicità di VIP e professionisti in vista. Alla fine registra picchi smodati (e nazional-popolari) solo durante gli show televisivi più seguiti. Che noia.