Stando a quanto riportano diverse fonti internazionali, delle fonti interne a Yahoo hanno confermato che l'ex colosso del Web (comunque ancora valutato quasi 5 miliardi di dollari) sarebbe sul punto di confermare la violazione scoperta ad agosto scorso, ma verificatasi nel 2012, che aveva portato al furto di 200 milioni di credenziali di accesso degli utenti.
Come abbiamo riportato nel momento in cui i dati sono apparsi nel deep Web, il costo per appropriarsi di credenziali tutto sommato ormai molto vecchie, ma troppo spesso ancora attuali, era di meno di 2000 dollari. Non è dato sapere quanti soldi siano effettivamente stati ricavati dalla vendita, né cosa Peace (questo il nome dell'hacker) ne abbia fatto.
La notizia della conferma, poco più di una formalità dal momento che molti esperti hanno già dichiarato come affidabili i dati apparsi, arriva in un momento molto delicato per l'azienda americana.
In questi giorni, infatti, va finalizzandosi l'offerta d'acquisto da parte di Verizon e gli azionisti del motore di ricerca temono che questa tegola possa avere ripercussioni sul prezzo di vendita, dato che potrebbero generarsi degli oneri per la futura proprietà.
Nella mole di dati trafugati, oltre a username e password, si trovavano spesso altri dettagli come la data di nascita dell'utente, la "frase segreta" e indirizzi mail alternativi. Ricordiamo anche che questa enorme fuga è anche alla base di numerosi attacchi hacking subiti da utenti su altre piattaforme, sfruttando le credenziali rubate che i meno previdenti avevano usato anche su altri servizi senza mai aggiornarle.